L’ultima volta del Papa a piazza San Pietro, con 200 mila persone

Piazza San Pietro, prime ore della mattina, il cielo è alto, spalancato, di quell’azzurro che soltanto chi sta a Roma vede, bellissimo. La gente ha iniziato presto ad incamminarsi verso il Vaticano, verso quella piazza dove il Papa avrebbe fatto sentire per l’ultima volta la sua voce: e già da adesso si capisce che arriveranno più di duecento mila persone. Gente di tutte le età, di tutte le nazioni, chi di passaggio, chi stabile in città, chi solo per questo evento. Tutti, qui, sono d’accordo sul pensare che oggi la giornata sarà memorabile. Infatti, già nella notte si erano attivati gli uomini della sicurezza (oltre duecento), gli elicotteri hanno iniziato a girare ancora con il buio, le strade chiuse al traffico, i mezzi pubblici deviati, e pure i tiratori scelti dai palazzi intorno a San Pietro pronti da ore. Finalmente sono le undici, la Papa-mobile arriva da via della Conciliazione: ora è ufficiale, il Papa farà la sua ultima udienza davanti al portone esterno, invece che ritirato nelle stanze interne (come temeva qualcuno).

Passa il Papa, passa e saluta tutti, puntando con lo sguardo realmente chi si trova nel suo percorso. Di rimando, gli occhi delle persone sono tutti spalancati, emozionati, liquidi: c’è il signore che tiene il figlio sulle spalle che piange, c’è la donna con il bastone che barcolla e quasi non si regge più in piedi, c’è la ragazza africana che si mette le mani nei capelli. E’ il momento di ascoltare le sue parole. Il silenzio scende, immediato. Va a braccio, all’inizio: “Grazie, sono commosso. Siete veramente in tanti, non pensavo. E ringrazio anche quelli che ancora arriveranno. Non mi sono mai sentito solo. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo”. Poi, legge: “In questo momento c’è in me grande fiducia. La comunità dei credenti ascolta e accoglie la parola di Dio. Quando il 19 aprile di otto anni fa ho accettato il ministero petrino, ho avuto una solida certezza, in quel momento le parole sono state: Signore perché mi chiedi questo? E’ un peso grande che mi metti sulle spalle, ma se tu me lo chiedi, io accetto. E poi è venuto tutto il cammino. Il Signore mi è stato vicino e mi ha aiutato. Ho percepito quotidianamente la sua presenza. Così come dovete sentirla voi, dovete sentire sempre che vi sorregge”.

La piazza esplode in un grande applauso, in grida di evviva, tutti con le braccia al cielo. Continua: “La Chiesa sta crescendo. Ma è necessario vivere nell’amore e nella speranza, questo ci deve orientare. Abbiamo piena coscienza della volontà di Dio, e dobbiamo comportarci in maniera degna di lui. Dio vigilerà anche sulle debolezze. Ci sono stati momenti difficili, ma la sua presenza deve essere il faro per continuare ad andare avanti. Io mi sono sentito come San Pietro con gli apostoli sulla barca sul Lago di Galilea, ma quella barca non è mia, è sua: e il Signore non la lascia affondare. Fate una vita cristiana coerente”. Ancora applausi, ancora bandiere al cielo: si distinguono quelle brasiliane, quelle di Cuba, quelle degli Stati Uniti. C’è una ragazza che fa le treccine all’amica; c’è un signore sui cinquanta che si sente male per il gran sole e deve essere soccorso dall’ambulanza; c’è un bimbo di pochi mesi nella carrozzina che non ha mai pianto. Continua il Papa: “In questi ultimi mesi ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio di farmi prendere al decisione più giusta non per me, ma per la chiesa. Ho fatto questa scelta sofferta, mettendo avanti il suo bene”.

Joseph Ratzinger, con le sue dimissioni, ha creato il primo caso nella storia della chiesa: verrà chiamato Papa emerito, come ha chiesto lui, non essendoci norme a proposito. Il suo pontificato resterà caratterizzato dal grande valore che ha dato ai temi etici, alla sua lotta contro il relativismo, al fatto che abbia parlato con le altre religioni, e all’idea di famiglia fondata su uomo e donna, infine il suo corpus intellettuale. Questo pomeriggio Benedetto XVI lascerà la Capitale in elicottero e si ritirerà a Castel Gandolfo. Dalle 20 del 28 febbraio non sarà più Papa, e si dedicherà alla scrittura di nuovi libri. Intanto, la piazza si svuota. Colpiscono tre transessuali brasiliani che fanno il segno della croce davanti all’obelisco; poi l’inviato della tv araba senza cameraman che parla ad un treppiedi con il Vaticano sullo sfondo. Il mondo si è fermato ancora una volta a piazza San Pietro. E il cielo di Roma è bellissimo.

 

E’ sul sito di Vanity Fair

 

 

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