EROINA-L’INCHIESTA cap3: Intervista ad un ex-tossicodipendente

Sempre Ceis, sempre Garbatella, sempre una mattina – molto romana – di questa settimana. Qui, le ore scorrono lente. Quando entri nelle storie delle persone, il tempo si ferma: un lusso che pochi possono concedersi. Soprattutto se a parlare sono la disperazione, la verità, la pancia. Viene verso di noi un ragazzo, capelli cortissimi, di buona stazza, nemmeno troppo alto. Lo sguardo lo tiene fisso, porta delle lenti a contatto colorate, anche un pochino messe in maniera approssimativa. «Sì, ho gli occhi marroni, ma mi piace mostrarli verdi». Le pupille sembrano ancora più grandi, anzi sono spalancate. «È solo l’effetto delle lenti». Ce lo presenta un uomo (Andrea Pascucci, 43 anni), che fa lo psicologo da tanto tempo, in questa organizzazione che prende in cura i ragazzi dipendenti da droghe, e che hanno deciso di fare un percorso di recupero individuale. Ci dice che lui si chiama Roberto, e che è meglio non mettere il suo cognome (anche se poi, dopo, a fine intervista, Roberto insisterà per farlo uscire). «Di anni ne ha 36, e parlando con lui, potrete capire molte cose».

Prende la parola subito Roberto, ci tiene a raccontarsi da solo: «Sì, ho fatto uso di cocaina per più di 20 anni, ho iniziato quando ne avevo 12. Ma non solo quella. Diciamo che ho un passato molto impegnativo, dal punto di vista delle dipendenze. Vengo da Centocelle, ma poi mi sono trasferito a Tor Bella Monaca».

Proprio a Tor Bella Monaca, abbiamo letto di recente in alcuni trafiletti sui giornali, si parlava di diverse morti per overdose di eroina.

Lo so, conosco bene l’ambiente. Sono a vostra disposizione, per chiarire ogni dubbio a proposito di questa droga. Eccomi, fatemi tutte le domande che volete.

Grazie, Roberto. Continui pure. Diceva, di Tor Bella Monaca…

Beh, sì, quello è un quartiere molto particolare. Puoi trovare tutto quello che vuoi, appena esci dal portone di casa. Non importa chi sei e che lavoro fai, hai tutto a disposizione. E anche se non hai voglia di iniziare a drogarti, ci caschi dentro: perché ce l’hai lì, sotto mano, ogni istante, e ti tenta. Metti che c’è la volta che torni a casa depresso o stanco dal lavoro, eccola, la puoi avere come e quanta ne vuoi. Hai 10 euro, va bene, gli spacciatori ti vengono incontro, e ti vendono l’occasione. Dunque, sull’eroina, confermo, c’è un netto ritorno per le strade. Ma non solo a Tor Bella Monaca. Diciamo che quella è una zona in cui si fanno i primi tentativi, per vedere se la droga prende piede, poi si allargano alle altre zone più centrali. Comunque, l’eroina è la droga perfetta, per questo stanno abbassando i prezzi.

Sì, nella nostra inchiesta abbiamo pubblicato diversi dati previsionali, tra cui quello più allarmante: il prezzo dell’eroina brown che scenderà anche a 7 euro a dose. Ci faccia capire meglio tutto quello che ha visto in strada lei, e cosa intende per droga perfetta, raccontandoci il suo caso.

Dunque, ho lasciato gli studi alla terza media e iniziato a lavorare come tornitore nell’officina di famiglia. All’inizio, per me, era solo lo sballo del fine settimana: ma tutti iniziano così, i giovani. Iniziavo a farmi dal venerdì sera, per poi continuare a stare stonato fino alla domenica. Le canne, erano il meno. Cocaina, quella sì che era bella. Ti faceva stare sempre up, pensavi di avere tutto sotto controllo, ti sentivi invincibile, e meno timoroso con le ragazze o i fatti di vita quotidiana. Inizi comprandola saltuariamente, poi la spacci. Perché viene facile, quando sei nel giro, e i soldi puoi gestirli direttamente tu. Giravo sempre con un coltello. Facevo una doppia vita: davanti ai miei ero impeccabile, ben vestito, educato. Con la mia donna, lo stesso. Lei non sapeva niente, ci ho fatto pure due figli. Adesso ne ho quattro, perché altri due li ho fatti con un’altra ragazza. Ho fatto tanti casini, per colpa della droga. E i miei amici, erano anche avvocati, medici, professionisti, la borghesia alta insomma. L’eroina viene dopo. Perché l’eroina è la droga che usi “per smorzà”. Ti fa addormentare sereno. È un altro tipo di sensazione, che ti da. E, devo dire la verità, quella è la droga di oggi: perché tutte le cose che abbiamo intorno, fanno veramente schifo, e non te ne frega più niente di essere al top, di essere una scheggia, perché non hai più le possibilità che avevi prima per vivere da cocainomane: adesso, l’eroina è quello che cercheranno i ragazzi, perché ti fa vivere in un mondo perfetto, idilliaco, senza problemi di disoccupazione o crisi: mentre le canne ti fanno venire le paranoie, e le altre droghe ti schizzano, questa no. E farsi si eroina è semplicissimo, oggi. Non è più come un tempo: adesso quelli che si bucano non sono più la maggioranza, perché essere definito tossico, per le strade, è un etichetta che non ti permette di avere rispetto; ma se la sniffi o la fumi, allora passi da macho. Queste sono regole della strada, che non so se riesco a spiegare bene con le parole…

È chiarissimo, invece. Continui.

Beh, l’eroina ora tornerà, è evidente. Perché nei luoghi di ritrovo e spaccio, tutti sanno bene quando arriva qualcosa. E allora, intorno si prepara ogni cosa per accoglierla: metterla a 7 euro a dose, è la prima via per arrivare ai ragazzini, e a quelli alle prime armi. E l’eroina è merda: se la provi per caso, poi ci resti dentro. Comunque, io sono fuori dal giro da troppo tempo. Adesso, io sto tornando a vivere come persona normale. Mi sento lontano da tutto, e da qui trovo la forza per raccontarvi ogni cosa. Perché vorrei che l’allarme droga, in particolare eroina, si diffonda tramite i mezzi di informazione, il più possibile.

Lei come ha deciso di smettere?

Ho deciso di smettere dopo aver fatto diversi tentativi, perché vedevo i miei figli, e non sapevo come rapportarmi con loro. Non avevo la testa. Non capivo cosa dovevo fare, non ragionavo. La cocaina mi ha bruciato il cervello, e mi sono pentito di averne fatto uso, mi sento uno schifo di uomo adesso. L’eroina, invece, non brucia le cellule cerebrali, ma non ti fa tenere in braccio un bambino di pochi mesi, perché ti toglie le forze. Non hai più dignità, ti vergogni, ti nascondi, vivi isolato, parli solo con spacciatori e gente del giro. Una volta mi sono chiuso per 24 ore nel cassonetto dell’immondizia, così, mi sembrava normale farlo: ero un uomo di merda. Il mio percorso di recupero è partito da qualche anno. Ora sono pieno di paranoie e paure, e molte cose non le so affrontare, senza uno psicologo che mi segua: ma ne sono uscito. E se non sei tu a decidere di ripulirti, possono anche portarti in braccio in un centro come questo, non serve. Io sono qui per me. Perché sono stato un fantoccio per troppo tempo.

(Terza puntata/continua martedì)

E’ su Pubblico in edicola oggi

 

 

 

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Comments (2)

  • Ho 54 anni ho iniziato nell’80 . allora tutto cio che ha detto Roberto l’ho vissuto anch’io prima in famiglia poi strada galera comunità e ancora roba galera strada qualche ricovero malori vari epatite cronica e poi quando credevo di essere ormai alla fine proprio che succede? Ho chiesto alla Madonna di aiutarmi e l’ha fatto dandomi la determinazione per operare la scelta che tutti i tossici rifuggono e cioè: “cambiare” vita stile abitudini amici tutto. E’ un poco spiazzante pero si deve andare contro se stessi e puo essere doloroso per l’anima ma se si è testoni come da tossici ” si può . ciao

    Stefano
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    • grazie per quello che hai scritto. Mio fratello ha fatto uso di eroina da quando aveva 16 anni fino ai 27 circa e poi ha smesso e ripreso più volte, poi una svolta ha conosciuto una brava ragazza, mia cognata, che crede in Dio e senza aver conosciuto mio papà già in cielo, lei lo sogna si presenta come il papà di mio fratello le dice di avere pazienza con mio fratello perché sarebbe andato tutto bene.
      Mio fratello è sposato da 20 anni con due figli e ad una mia domanda specifica: non senti più il bisogno di usarla? mi ha detto di no e lui vive nello stesso quartiere di dove vivevamo in famiglia e si tiene in contatto e amicizia col suo amico con cui facevano insieme uso di eroina (anche lui sposato con un figlio) Sento da tutti dire che bisogna tagliare i contatti con le esperienze passate luoghi persone amici
      ma un’amica diceva che un medico avrebbe detto che la prova del nove per vedere se uno ne e’ uscito è vivere nello stesso paese dove si e’ svolto tutto..

      Luisa
      Rispondi

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