Reportage su Trenitalia…tra pendolari, e privilegiati

CAPITOLO 1)
I PRIVILEGIATI
Martedì, tardo pomeriggio. Frecciarossa 9544, direzione Milano. Manca quasi un’ora all’arrivo, previsto per le 19.40. Ma invece di proseguire sulla linea ad alta velocità, il convoglio si dirige verso Parma, accumulando 40 minuti di ritardo prima di giungere a destinazione. L’As Roma è a bordo, insieme agli altri passeggeri (passeggeri che hanno pagato per la prima classe 133 euro, e per la seconda classe 95 euro), e siccome la partita del turno infrasettimanale è allo stadio Tardini, deve scendere a Parma. E così, tutti i passeggeri sono presi in ostaggio, e rimangono a guardare dal finestrino lo sbarco dei giocatori, che tra bagagli da scaricare, autografi, e lentezze di ciascuno, un pochino di tempo ci impiegano.
La partenza è stata regolare, alle 14.50 da Napoli. Fermate previste Roma, Firenze, Bologna. Parma? No. Parma, non è prevista. Eppure, per loro, anche i Frecciarossa cambiano binari e tragitti. All’arrivo in stazione Centrale di Milano, molti passeggeri sono andati alla Polfer per denunciare l’accaduto (tifosi e no), altri hanno segnalato l’avvenimento all’ufficio reclami di Trenitalia, altri ancora hanno iniziato a tempestare la rete4 di messaggi di protesta. Nessun tabellone presente nelle stazioni avvisava della deviazione, e nemmeno della sosta in un’altra città. Del caso si è occupato anche il Codacons, che ha annunciato la presentazione di un esposto alla Procura di Parma, chiedendo «di aprire un’indagine per il reato di interruzione di pubblico servizio». L’associazione si è rivolta anche alla Regione Emilia-Romagna, auspicando «una sanzione nei confronti di Trenitalia, in relazione all’ingiusta prevaricazione a danno degli utenti». Nel pomeriggio, arriva la notizia che Trenitalia ha deciso di rimborsare del 25% il costo del biglietto dei passeggeri: ma allo stesso tempo ha precisato che gran parte del ritardo è stato causato da problemi di rallentamento non legati alla fermata di Parma («il ritardo è stato di 19 minuti, di cui 14 dovuti a problemi di circolazione»).
Facendo una rapida indagine sui siti ufficiali delle società di calcio di serie A, risulta che Trenitalia ha stipulato, non solo con la Roma, un accordo di partnership: anche Inter, Milan, Napoli, Lazio, e Juventus, si spostano per contratto con il treno. Calendario di serie A alla mano, abbiamo quindi chiamato Trenitalia, per capire se è possibile sapere in anticipo eventuali deviazioni, dalle tratte prestabilite, con conseguente accumulo di ritardo. Ad esempio, domenica, giornata di campionato, c’è qualche squadra che si sposta in treno? Una voce con il nome di Fabiola, risponde così: «Dunque, ora controllo al terminale se possiamo capire prima, quando una squadra di calcio prenderà il treno…(passano due minuti)…no, tutto è regolare, e ho controllato pure i Frecciarossa del week end successivo». E andando a ritroso nel tempo? Sul vostro monitor, è segnalata la deviazione per Parma, del treno diretto a Milano, con partenza da Napoli, di martedì 30 ottobre, delle 14.50? «Dunque…(passa un minuto)…no, non mi risulta nessuna deviazione». Quindi, se avessimo chiamato il giorno stesso o il giorno prima, voi non avreste saputo dirci di questa deviazione e conseguente ritardo? «No».
CAPITOLO2 )
 I PENDOLARI
La segnalazione arriva per e-mail, da un lettore (Michele V.): «Perché la linea Roma-Napoli via Frosinone-Cassino-Caserta ha così pochi collegamenti ferroviari? Perché questa penalizzazione e disparità di trattamento nei confronti di chi fa questa tratta ogni giorno per lavoro? Provate a farla pure voi, e vi accorgerete». Va bene, l’abbiamo fatta. Ma quello che abbiamo trovato, è molto altro.
Il lettore segnalava anche che: per andare a Napoli da Frosinone, l’unico treno che impiega circa due ore, è l’intercity Bologna-Napoli che parte da Frosinone alle 7.20, con arrivo a Napoli alle 9.29; al ritorno, parte da Napoli alle 18.30 per arrivare a Frosinone alle 20.45; mentre altri treni per Napoli impiegano dalle tre alle quattro ore di viaggio, con cambio a Cassino e Caserta. Lunedì, da Napoli, ci siamo messi in viaggio verso Frosinone, per poi tornare a Roma, via Cassino.
Dunque, la prima impressione, quando si sale su questi treni, è quella di essere catapultati in un mondo a parte; un film, uno di quelli girati negli anni 80, però. Rispetto ai vagoni dei Frecciarossa, gli intercity e i regionali, sono molto più chiassosi, le tendine sono grigie, i finestrini poco puliti, ci sono dei sedili che non hanno neanche i braccioli. Lo spazio, per i piedi, quando ti trovi in una di quelle postazioni a quattro con tavolino centrale, è soltanto per una persona: quello davanti, se arriva dopo, è costretto a tenerli sotto il sedile, o con le gambe aperte. Le ginocchia, quando ti trovi in una postazione a due, e davanti hai uno schienale, non hanno margini di movimento; così come il braccio dalla parte del passeggero di fianco. Per dire: un quotidiano, non si riesce a sfogliare. Sulla prima tratta, con partenza da Napoli, incontriamo la signora Marina Carrozza, che di anni ne ha 37, e fa la segretaria: «Lavoro solo la mattina, faccio questa tratta ogni giorno: il problema è che questi treni sono da terzo mondo: ci sono solo disagi, dovuti ai ritardi mai annunciati, alle soppressioni, alla sporcizia che si trova tra un vagone e l’altro, o anche sui sedili», la signora Marina ha la borsa, la giacca ripiegata, e una rivista, tutto sulle gambe, in una postazione da due, senza posto assegnato, da cui si deve alzare ogni mezzora per la scomodità. Le novità di questa tratta, nelle ultime settimane, ci avverte un altro passeggero, sono due: parla Roberto D’Angiò, studente informatico: «A inizio mese, hanno inaugurato un nuovo convoglio, chiamato Vivalto, ma ha avuto problemi già il primo giorno». Nella zona comune, situata vicino allo sportellone, una ragazza che dice di essere una «pendolare del Frusinate» aggiunge altri dettagli: «L’abbonamento quest’anno è aumentato di 15 euro, i ritardi si aggirano sempre tra i dieci e i sessanta minuti, come prassi consolidata. Il nuovo treno ha tante carrozze, ma poche funzionanti con aria condizionata o riscaldamento».
Dunque, seconda tratta. Da Frosinone a Roma, questa volta con l’aiuto di un blogger, chiamato «Amaseno», e un pendolare di questa tratta, che ha su twitter uno spazio molto sfizioso, chiamato «FrosinoneRoma». Con loro, capiamo cosa succede normalmente, man mano che ci avviciniamo a Roma («Questo treno è così rumoroso, da impedire qualsiasi ascolto con auricolari»). Intorno ai loro post, e alle informazioni che diramano in rete, è nata una piccola comunità. «Dal 27 Giugno 2011 al 31 Maggio 2012 ho viaggiato con Trenitalia, tra Frosinone e Roma, 352 volte, per un totale di 28.864 chilometri: si sono verificati almeno 5 minuti di ritardo all’andata e al ritorno, nel 64% dei casi. Il ritardo massimo registrato è stato pari a 131 minuti. Il ritardo medio giornaliero è stato pari a 20 minuti, per un totale di tempo regalato a Trenitalia pari a 37 ore e 28 minuti».
Il treno è in ritardo. Un regionale veloce, che si è fermato a tutte le stazioni. Nessun controllore passa tra i vagoni, nessun addetto alla sicurezza, non c’è diffusione di notizie tra i passeggeri, ma soltanto chi si può collegare a internet, autonomamente, riesce a capire qualcosa. Capita, in queste situazioni, come è successo a noi, di prendere il treno fermo ai binari, senza sapere che non è quello per cui hai fatto il biglietto, ma semplicemente è il primo disponibile a viaggiare (e quindi non sai neanche del ritardo pregresso). In questa situazione, sali a bordo, e rimani in piedi, stretto dagli altri passeggeri, per tutto il viaggio. Tanto il posto mica è assegnato.
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