Ecco il racconto della prima sera dei grillini a Roma e i loro codici di comportamento

La mail «del capo», come lo chiamano loro, alla fine non è arrivata. Ma alle 10, dopo l’ultima Guinness, sugli ipad e smartphone schierati sul tavolo c’era almeno quella con mittente «lo staff»: appuntamento domani mattina a piazza Montecitorio per visitare la Camera tutti insieme.

Sera di sabato 2 marzo, il giorno prima dell’ormai noto primo incontro ufficiale dei grillini all’Hotel St John di Roma. Siamo in via San Martino ai Monti, piazzetta esterna al Druid’s Pub. Una decina di neodeputati e senatori Cinque Stelle parlottano fitto: giacche di pelle e scarpe da ginnastica, tutti con una birra in mano (il posto è famoso perché nel web, ovvio, la sua Guinness viene recensita come la migliore della Capitale), due hanno ancora il trolley di fianco. L’accento è molto del sud. Vengono da Benevento, Napoli, Caserta… E sono qui perché tutti, nei giorni scorsi, hanno ricevuto la mail con oggetto «fase conoscitiva»: quella che li convocava qui a Roma per cominciare a organizzarsi in vista del «primo giorno» in Parlamento.

Funziona tutto così, tra i grillini. In particolare dopo le elezioni. Hanno tutti l’obbligo di stare sempre collegati allo smartphone o all’ipad. Ognuno ha un gruppo, blindato agli esterni, su Facebook, dove comunica con il proprio «comitato di zona». Poi, c’è MeetUp: il social network che li ha fatti conoscere (e candidare). E la regola, ferrea, di controllare le e-mail ogni 10 minuti, perché «il capo» parla solo così e così vengono comunicati i posti di ritrovo, gli orari, le direttive su cosa dire.

Ma che cosa di dicono, invece, tra loro? Di che cosa parlano? Il tema, qui al tavolo del gruppetto campano, è come organizzarsi per l’11 marzo, il giorno in cui dovranno fare la foto e il tesserino da parlamentare («Ma tu come ti vesti?»), e soprattutto per il 12, il «primo giorno di scuola» (così chiamano il loro ingresso ufficiale in Parlamento). Discutono di Berlusconi («Appena lo vedo gliene dico quattro»), di impegni presi a livello regionale («Priorità ai rifiuti in Campania»), di rivoluzione («Daremo voce ai cittadini per anni mutilati»). Qualcuno si preoccupa («E se mi chiedono del fiscal compact?!), altri avanzano i primi dubbi: «Sembriamo realmente teleguidati?».

Si è fatto tardi. Di mail del capo, per l’incontro di domani, ancora nulla. C’è giusto il tempo di fare il punto sul corso di diritto appena iniziato, da seguire obbligatoriamente via Skype, e sulle sistemazioni: case con easystanza.it («Il sistema di co-housing è il meno caro»), oppure alberghi a poco prezzo in zona Termini. Intanto, hanno già ordinato in rete le prime biciclette con cui si muoveranno in città. Poi il 18 ci sarà l’elezione del presidente di Camera e Senato («Certo che Marta Grande, vorrei proprio capire che tipa è…»), e la distribuzione di ruoli e incarichi: «Com’è che diceva quella mail sui gruppi parlamentari?».

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