Il racconto dell’intronizzazione del nuovo Papa, in mezzo alla gente…

Beh, sì, i brividi vengono subito. Appena lo vedi sbucare da una via laterale di piazza San Pietro. Su questa macchinetta bianca senza protezioni, senza schermi antiterrorismo, comandata dai suoi “fermati, por favor” o “un attimo, ancora”. Perché Papa Francesco fa il suo ingresso a Città del Vaticano, che si è riempita fino al Lungotevere fin dalle prime ore del mattino, su una jeep non blindata, e cerca sguardi, si gira a salutare esattamente quella persona, alza il pollice ai ragazzi qui presenti come fosse un allenatore di una squadra di calcio. Ci ha sorpresi tutti, un’altra volta. Questo suo essere Papa diverso, è molto amato dalle persone, migliaia e migliaia, presenti oggi, per il suo primo giorno ufficiale di Pontificato, l’intronizzazione: ridono, piangono, si commuovono, tutti quanti. E le immagini che danno la televisione sono riduttive, perché non mostrano la gente che riempie il quartiere Prati, il quartiere Borgo Pio. Ci sono le delegazioni internazionali, ci sono centinaia di giornalisti, ci sono i bambini, i cani, i capi di Stato di tutto il mondo. C’è chi sventola bandiere, chi beve il mate, chi ha già la maglietta con la sua faccia, chi nasconde dietro gli occhiali da sole la stanchezza per aver passato la notte in piazza per prendersi i posti migliori (quelli vicino all’obelisco), chi è venuto in pantaloncini corti. Hanno tutti grandi sorrisi, il nuovo Papa in effetti ha humour. Hanno tutti smesso di mettere le giacche pesanti, le previsioni dicevano sole.

Dopo il suo giro, infinito, tra la gente (bacia bambini, accarezza ragazzi con handicap, porge la mano a due ragazzi africani, alza il pollice a due ragazzini che lo chiamavano dall’altra parte del marciapiede), si avvia verso la poltrona sopra le scale di San Pietro. La cosa che piace a tutti, qui, è che Papa Francesco non si accontenta di salutare i raccomandati in giacca e cravatta, va verso le transenne, si protende. Verso tutti. Poi, sì, certo, c’è anche Joe Biden (il vice-presidente degli Stati Uniti), c’è Napolitano, c’è Monti, c’è la Kirchner, “ma Papa Francesco è soprattutto nostro” (dice una signora sui sessanta coi capelli bianchi e raccolti, che sta qui da quasi due ore).

Poi, i gesti di rito: il pallio che gli viene allacciato al collo, Sodano che gli mette al dito l’anello del pescatore (che Papa Francesco ha scelto d’argento, e non d’oro), il Vangelo alzato al cielo (segnale di inizio del nuovo periodo petrino). E la cosa che colpisce, adesso, è il silenzio. Tutti seguono attenti sui sei maxischermi ogni dettaglio, perché “è l’inizio di una nuova era” (dice un ragazzo con il berretto dell’argentina girato dietro), ma c’è silenzio assoluto, quasi assordante. Oggi, a Roma, la giornata è stata vissuta in maniera nuova: il Lungotevere chiuso, la metropolitana gratis, la zona pedonale che si estende per tanti metri, i voli fermi, dalle 5 del mattino tutta la città pare ferma. E quando il Papa inizia a parlare, le bandiere di tutto il mondo si abbassano, e pure i telefonini, gli ipad, che fino a pochi istanti prima scattavano foto e facevano video a raffica; i bambini smettono di piangere, le ragazzine si danno di gomito e fanno silenzio con il dito alla bocca. Dice: “Non dobbiamo avere paura della bontà e della tenerezza. Quello che sporca la vita è l’odio, la superbia, l’invidia. Siamo tutti custodi del creato e di noi stessi. E specie dei più poveri. Oggi inizia la nuova Chiesa, e il potere del Papa: ma il vero potere è il servizio”. L’ovazione scatta in un attimo, grida di evviva, urla di gioia. Affetto, amore, perdono, contrapposti all’impoverirsi dei rapporti umani; rispetto reciproco, cortesia, è questo che diffonde il nuovo Papa. Con queste parole inizia ufficialmente il Pontificato di Francesco. E se ci sei dentro, a questa folla, ti accorgi come viene accolto da tutti. L’innamoramento è tale che non ci sono equivoci. Tutti lo chiamano, accidenti se gli vogliono bene. Dopo due ore, finisce la messa. Papa Francesco si ritira in Basilica ad accogliere le delegazioni. La gente resta ancora in piazza, non ce la fa ancora ad andare via. Sono tanti quelli che, oggi, lo hanno visto da vicino. E lui, il Papa, a tutti i saluti rispondeva con un “Ciao”. E’ questo che toglie il fiato.

 

E’ sul sito di Vanity Fair

 

 

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