Cosa vuol dire essere rom, il mio incontro con Moira Orfei (x il Fatto)
Ascoltate cosa dice: “Nel 1820 il mio bisnonno, che era un prete, un monsignore, andava per il Montenegro a sposare e a battezzare i bambini. Poi si è innamorato di una bellissima zingara, e così si è tolto la tonaca. Sono andati a vivere in Italia, con quattro cani e un orso, ed è nato il Circo Orfei”. Moira Orfei oggi di anni ne ha 83, è alta dieci centimetri in più rispetto all’indicazione sul passaporto, per via della montagna di capelli neri che tiene sempre, ancora raccolti in alto. “Ora entro nel caravan, così posso parlare un po’ con lei, aspetti…”. Nelle sue origini sinti, nei suoi tratti si distinguono le popolazioni zingare (definite genericamente ‘rom’, termine in realtà appropriato solo per un’altra componente di questo popolo).
“Ora, ci sono, eccomi, sono tutta sua. Sa, siamo a Savona, in uno spiazzo ben allestito, e devo ancora andare a salutare la gente che mi reclama alla fine dello spettacolo degli elefanti”. Dicevamo, le sue origini sinti. “Delle mie origini vado molto fiera. Mi hanno donato libertà, gioia, amore. clomid cost Non odio nessuno, non discrimino nessuno. Le mie origini zingare mi hanno permesso di vivere con orgoglio, con una pace interiore che manca a molti. Quelli che fanno una vita più terrena e materiale, la giudicano banale e inferiore. Non mi sono mai mischiata con l’altra società, non mi sono mai buttata in avventure più grandi di me nel tentativo di costruirmi una verginità culturale. Io, da piccola, andavo a scuola dove capitava, dove ci trovavamo: tadalafil generic a seconda del paese dove stanziavamo con il circo; a volte capitava che fossero delle persone in casa a darmi lezione. Il resto l’ho imparato dagli animali con cui vivo”.
Nel cinema e nella televisione di un tempo, tutto questo è stato presente, grazie a lei. “Ci sono tanti aneddoti che potrei raccontarle a tal proposito. Come quando Totò mi fece una dichiarazione d’amore: ‘voglio che vieni a letto con me, ma non faremo niente, in cambio ti regalo un appartamento’. Poi conobbi Gassman, Mastroianni, Pietro Germi, i più grandi, tutti dei gran signori, che mi hanno sempre trattato come una principessa. E tutti erano attratti da questi miei tratti, e quindi da questa forma giocosa di prendere la vita”. Sulla parete del suo caravan di 15 metri, Moira mostra l’onorificenza di Ufficiale della Repubblica che gli ha conferito Sandro Pertini nel 1986. E continua nel racconto: “Durante il boom economico sono stata un’attrice di successo, sa? Ero molto contesa. Ma le tigri, i leoni, gli elefanti mi hanno sempre attratto più degli uomini”. Con una sola eccezione: Walter Nones, il più affascinante e coraggioso domatore. “E poi sono nati Stefano e Lara, che hanno continuato su questo solco. Se devo pensare al mio passato, beh, ecco, di una cosa vado fiera: non ho rimpianti. E sono rimasta sempre bambina. E’ questo il mio segreto, e questo forse è il segreto delle mie origini”. La fermano ancora, chi per una foto, chi per un autografo. Facile dire che a proclamarla eroina sono i rappresentanti di un terzo mondo che ha poca scelta, ma non è così: bisogna fare un salto triplo per capire la sua vita, lo sanno fare quelli che vedono in questa testa così alta, così pesante, pesantissima, aleggiare sopra i loro sogni. “Stanotte farò una preghiera per lei, perché ha capito da che parte prendere la mia anima. Ma ora devo andare, ci sono anche cose più pratiche da sbrigare fuori dal mio caravan”. Come uno zingaro che soffre a vedere sopra di sé sempre lo stesso tetto.
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