“Sei così bella, perché vuoi fare fisica?”. La mia battaglia contro questo luogo comune tremendo! L’intervista uscita su ‘la 27esima ora’ del Corriere….

Ecco il link sul sito del Corriere, clicca qui.

Ed ecco l’intervista completa (di Alessio Cozzolino, per il blog LA27ESIMA ORA)…grazie!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gabriella Greison: «Sono una fisica,
scrivo e faccio teatro perché nessuno
si permetta ancora di dire:
“Sei bella, perché vuoi studiare fisica?”»

 

Quante donne hanno cambiato il mondo? Sei: ne è convinta Gabriella Greison che ha firmato il saggio «Sei donne che hanno cambiato il mondo. Le grandi scienziate della fisica del XX secolo» (Bollati Boringhieri, Torino, pp. 213, euro 15 anche ebook) nel quale descrive la vita romanzata di sei coraggiose donne di scienze del ‘900 (Curie, Meitner, Noether, Franklin, Lamarr, Marič) che, andando pur incontro a mille difficoltà, hanno lasciato una loro traccia indelebile nel campo scientifico e, in maniera particolare, in quello dell’umanità (furono, molto spesso, le role model che permisero ad altre donne volenterose di iscriversi alle università scientifiche, anche in quelle di norma «maschili» come scienze fisiche). Tutte figure rivoluzionarie in maniera diversa, tutte con il loro carattere. Perché è il lato umano, spesso ignorato dai più, che la scrittrice coglie su tutto. Discuto di Stem, fisica e scienziate, per l’appunto, con Gabriella Greison, fisica nucleare milanese che fa sponda spesso su Roma e a volte anche sulla sua Genova.

Gabriella Greison non solo è giornalista professionista, scrittrice che con «L’incredibile cena dei fisici quantistici» ha venduto più di 30mila copie. È blogger;  e, soprattutto, autrice e interprete di svariati monologhi teatrali che fanno il tutto esaurito ogni volta che va in scena, come è successo per tutte le repliche di «1927 Monologo Quantistico», che ha portato in giro per due anni nei teatri di tutta Italia e continuerà anche in questa stagione da metà novembre (le date sul sito). La novità quest’anno è poi «Due donne ai raggi X. Marie Curie e Hedy Lamarr, ve le racconto io» , il suo ultimo lavoro, con una preparazione che dura da sei mesi per fare una data unica a teatro, alla Sala Umberto di Roma, martedì 7 novembre 2017, ore 21, quando in tutto il mondo si festeggiano i 150 anni dalla nascita di Marie Curie). La Greison ha creato anche una trasmissione televisiva di grande successo (Pillole di Fisica, condotta e scritta per RaiNews24), è stata collaboratrice di numerosi centri di ricerca e attualmente si occupa di divulgazione, scrittura, speech, forme divulgative adatte a diffondere la fisica a tutti, esattamente come voleva Einstein.

Da poco uno sceicco saudita ha detto che le donne non possono guidare «perché hanno un quarto di cervello». Parole che ci sembrano tanto retrograde e che, eppure, rappresentano una forma più rozza del pregiudizio presente purtroppo anche in Occidente secondo cui le «donne sono incompatibili col sapere».
Quali le tue opinioni a riguardo? Potremmo mai ritenerci immuni alle discriminazioni di genere?
«Per fortuna questa notizia è stata soppiantata da una più recente su un re saudita che abolisce il divieto di guida per le donne: un divieto che non aveva eguali in nessun altro Paese del mondo. A questa domanda rispondo con una frase di Rita Levi Montalcini: il cervello dell’uomo e quello della donna sono uguali, la loro mente funziona alla stessa maniera. Il resto sono scemenze. Per secoli le donne non hanno potuto arrivare ai vertici – delle arti, delle scienze, dello Stato – non per via del loro cervello (il cervello dell’uomo e della donna sono uguali, su questo ci siamo intesi), ma per l’oppressione imposta loro dalla società maschilista. Uomo e donna avevano ruoli differenti. L’uomo cacciatore, guerriero, politico. La donna madre, moglie, casa, lavori domestici. Ma quel mondo, ormai, non esiste più. Le cose stanno cambiando. In tutto il mondo le donne si battono per la loro libertà. Le ragazze di Teheran, le signore di Istanbul, le donne indiane, le arabe. Chiedete a una ragazza della mia generazione cosa pensa di Cenerentola… Le ragazze oggi si siedono sul trono per regnare da single».

Nel tuo libro, hai raccontato storie di scienziati del passato che ritenevano che le colleghe dovessero «stare a casa» e lasciare agli uomini «il lavoro». Come pensi che sia il mondo scientifico di oggi? Aperto o chiuso nei confronti delle donne?
«Sono cresciuta con la passione per la fisica; mi sembrava facile da comprendere e quindi volevo saperne di più. Volevo materiale per studiarla, volevo essere sempre circondata da persone che me la spiegassero, e così sono arrivata alla laurea. Gli anni alla facoltà di fisica, a Milano, non hanno fatto altro che rafforzare le mie convinzioni. Poi ho lavorato due anni all’École Polytechnique di Parigi, e tutto è filato liscio. Gli ambienti scientifici internazionali contribuiscono a costruire ponti di pace. Il fine ultimo di questi posti è qualcosa di grande, di immenso, e nessuno si ferma certo a guardare il dettaglio di chi c’è lì con te, uomo o donna, i suoi difetti, le sue ansie, i suoi tic. La faccio breve: ogni volta che ho lavorato o frequentato ambienti scientifici internazionali è stato come vivere nella nave stellare Enterprise di Star Trek, dove tutti, mostri, donne bellissime, geni, gobbi, mono-occhi, e klingon, lavorano insieme e lavoravano bene. Cioè, non gli importava proprio chi fosse di fianco, il fine ultimo è arrivare a salvarsi tutti insieme e stop. Magnifica metafora, certo. Ma appena ho messo piede fuori, in altri ambienti, ho capito che le cose non stavano esattamente così».

Leggendo il tuo libro, mi sono indignato. Indignato per le storie di soprusi che hanno subito le scienziate da te raccontate. Quanto pensi che la Comunità scientifica sia stata ingiusta, in passato, con donne come Maric, la moglie di Einstein?
«Non solo la comunità scientifica, ma la società intera è stata ingiusta nei confronti di donne come Lise Meitner o Rosalind Franklin. Sulla moglie di Einstein la storia è diversa…».

Qual è l’identikit della scienziata del futuro? A parità di preparazione, dovrà sgobbare di più del collega maschio? Chi avrà un quid in più?
«Lisa Randall, americana, bellissima, grande fisica dei giorni nostri, un vero mito per me (oltre a Stephen Hawking, naturalmente) una volta ha detto che durante il liceo le hanno detto questa frase: sei così bella perché vuoi studiare fisica? E ha anche detto che sì, le donne sgobbano di più a parità di preparazione. Ma se siamo tanti e stiamo vicini per cercare di cambiare le cose, prima arriveremo ad altri traguardi che speriamo e sogniamo anche la notte. Con la pratica naturalmente, non solo con le parole».

Perché hai scritto «Sei donne che hanno cambiato il mondo»?
«Per cambiare il mondo. Per cosa, sennò?! Guarda il mio sito e dimmi se lo sto cambiando».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 

 

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