Oggi su Repubblica c’è il mio incontro con Freeman Dyson a Princeton…e poi le mie PILLOLE DI FISICA / 2!
Oggi la seconda puntata della mia nuova rubrica settimanale su Repubblica PILLOLE DI FISICA…
…e poi c’è anche una pagina con il mio incontro con Freeman Dyson a Princeton!
Ecco i testi riportati qui sotto…
PILLOLE DI FISICA / 2
Quando Galileo Galilei aveva scritto il suo libro sulla natura aveva usato una matematica altissima. Il libro era illeggibile, se non da coloro che sapevano maneggiare bene la matematica. Di conseguenza quelli che sapevano leggere questo testo si ergevano a paladini del sapere, erano considerati autorità scientifiche, erano sacerdoti laici intoccabili. Con il tempo, la scienza è scesa dal piedistallo grazie ai grandi divulgatori: Albert Einstein è stato il primo a sostenere che tutti debbano capire la fisica. Litigava con Wolfgang Pauli, che invece sosteneva il contrario: gli diceva “se non sai raccontare il tuo Principio di Esclusione ad un bambino è perché non lo hai capito neanche tu”. Ma Pauli gli rispondeva che non voleva raccontarlo ad un bambino, perché lui per arrivare a teorizzarlo ci aveva messo una vita di studi. E la discussione andava avanti per ore. Ma, malgrado Pauli, oggi la scienza è possibile raccontarla in maniera facile. E la fisica è più abbordabile. Anche grazie ai lavori che arrivano dall’America e dall’Inghilterra: i colossal tipo Interstellar, biopic sui grandi tipo Turing o Stephen Hawking, le serie tv scientifiche. E tutto questo è un bene.
Poi arriva il male. Il male è che con gli anni, l’autorità del laboratorio scientifico è stata prima promossa, poi attaccata, poi difesa, poi sminuita, oggi irrisa. E siamo ad un livello molto basso. Non aiuta il fatto che gli scienziati stessi raccontano la vulnerabilità della scienza, i dubbi che crea, le incertezze che porta con sé. La scienza è fallibile, così come lo sono gli esperimenti di fisica nei laboratori, le teorie: si prendono delle strade, poi si cambia. Senza gli errori non si progredisce: è la regola numero uno. Ma non bisogna fare un errore nella comprensione a monte di questo concetto. Perché la scienza, malgrado la sua vulnerabilità, non è Facebook. Non è fatta dalla comunità. Non si può rifiutare l’autorità di un laboratorio scientifico perché parlare di scienza non è come parlare di calcio. Quelli che si appellavano alla teologia, Galileo li liquidava con “La Bibbia ci dice la via per andare in paradiso, non come vanno i cieli!”. Ai negazionisti della scienza oggi non va dato nessun credito. Le nostre tradizioni vengono erose. E noi abbiamo il dovere di difenderle.
Nella prossima puntata entro nei dettagli di un argomento della fisica, che fa volare con la testa lontano e immaginare nuovi mondi.
Continuate così. Restate curiosi.
…
IL MIO INCONTRO CON FREEMAN DYSON A PRINCETON
L’ufficio di Freeman Dyson è all’Institute for Advanced Study di Princeton. Appena entri sulla sinistra, terza porta. Dalla parte opposta del corridoio aveva l’ufficio Albert Einstein. Ora quell’ufficio è occupato da un professore cinquantenne che non ti apre la porta neanche se bussi, non te lo fa vedere perché dice che adesso è il suo, e morta lì. Freeman Dyson invece, che di anni ne ha 96 (novantasei!), ti viene ad aspettare sul portone, e ti fa fare il giro di tutto l’edificio due volte. “Ah, qui ci siamo già stati, ma ho un altro aneddoto da raccontarti…”.
Freeman Dyson è il grande scienziato del XX secolo che da solo ha fatto la storia della fisica teorica: le trasformazioni, la serie e la sfera che prendono il suo nome sono in tutti i libri di fisica. E’ inglese anche dall’aspetto, la naturalizzazione americana non l’ha cambiato. E’ conosciuto in tutto il mondo per la sua matematica: teoria dei numeri, matrici casuali, elettrodinamica quantistica, stato solido. “Qui mi fermavo con Richard Feynman a parlare fino a tarda notte, quando c’erano dei calcoli che non ci tornavano restavamo su queste poltrone per ore. Qui invece Wolfgang Pauli aveva sistemato una brandina, e quando aveva sonno si faceva un pisolino”. Passiamo dal salone principale alle varie stanze, il suo eloquio è quello dei grandi narratori di storie del passato. E’ un pensatore, prima di tutto. Ed è questo che ti cattura di lui.
Non so da dove partire…
“Allora partiamo dal Big Bang!”
Certo, scema io.
“C’è ancora così tanto da dire sul Big Bang. Riuscire a entrare in quegli attimi di creazione, è la cosa più affascinante con cui lasciarsi andare…”.
A che livello siamo di comprensione, oggi?
“Non sappiamo ancora niente. C’è tanto da scoprire. Ma in fisica la scoperta è sempre dietro l’angolo, non si può prevedere con certezza il momento in cui accadrà. La materia oscura ci darà tante soddisfazioni, le nuove ricerche troveranno qualcosa a breve: una nuova particella o un nuovo campo aprirà la strada a nuove conoscenze. Un’altra grande opportunità di comprensione ce la darà il rilevamento del decadimento del protone in particelle più leggere”.
Cosa ha pensato quando ha visto la foto dell’ETH?
“Non mi ha colpito particolarmente, è solo un grande risultato della radio tecnologia. Le nostre idee teoriche sul buco nero erano corrette, e quindi ne abbiamo avuto la conferma. Ma un fisico non può fermarsi ad una conferma, deve pensare già al passaggio successivo. E il passaggio successivo è avere le informazioni da LISA, il rilevatore di onde gravitazionali che opererà nello spazio per alcuni anni da adesso. LISA fornirà informazioni precise sulla grande popolazione di buchi neri che rimane da esplorare. LISA sarà fonte sicura di scoperte inaspettate”.
Come è cambiata oggi la divulgazione della scienza?
“Oggi i divulgatori semplici non possono più esistere, la realtà è molto più complessa, c’è bisogno di fisici. La filosofia da sola non regge più. La scienza è l’organizzazione logica del buon senso, la filosofia è l’organizzazione logica di stupidaggini”.
Come viene insegnata nelle scuole?
“L’insegnamento non deve essere basato su un sistema punitivo, non si può far capire la scienza facendo pensare che se non la capisci sei stupido: la scienza è meraviglia. Bisogna spingere i ragazzi a fare errori, non a punirli se li fanno. Senza gli sbagli, gli errori, la scienza non progredisce”.
Albert Einstein da ragazzo non tollerava la presenza di un essere superiore, poi in età adulta si è ricreduto. Lei?
“Il racconto dell’esistenza o meno di un dio fa parte della storia umana, ma io continuo ad essere scettico. Non ci credo ancora. E se anche esistesse non sarebbe così grande come lo dipingono. E’ la speculazione della nostra società che lo ha reso così grande. In chiesa ci vado solo quando sento che danno buona musica”.
Qui su Repubblica di recente Lisa Randall ha detto che fa fatica come donna nel suo percorso di scienziata. Cosa pensa lei, a proposito?
“La capisco. Io ho lavorato con grandi donne della scienza: Cecile De Witt, Claire Max, Jocelyn Burnell, Madam Wu. Gli ostacoli che loro hanno affrontato sono stati tantissimi, lo vedevo. Per dire, io posso tranquillamente ammettere che Claire Max, che oggi ha 72 anni, e che è stata una pioniera nell’applicazione dell’ottica adattiva all’astronomia, era molto più brava di me in questo campo, le sue capacità di osservazione e ingegneria sono state fondamentali per fare nuove scoperte; lei mi batteva. Ma finché lo dico solo io, non basta”.
…
Altre novità: sabato porto in scena il mio MONOLOGO QUANTISTICO a Lugano, organizzato dalla Supsi e dal Teatro di Bellinzona…ci vediamo alle 19, questa la locandina bellissima…
Il mio ultimo spettacolo è su Heisenberg, l’anno prossimo girerò anche con questo, in tante date per i teatri…
LA LEGGENDARIA STORIA DI HEISENBERG E DEI FISICI DI FARM HALL, di e con Gabriella Greison, regia Sergio Maifredi, tecnici Andrea e Paolo, segreteria di produzione Lucia Lombardo, canzone cantata e musicata da Andrea Nicolini, produzione Teatro Pubblico Ligure. Ore è libero di girare -> Per avere lo spettacolo (nel teatro della città che volete), la produzione è Teatro Pubblico Ligure, quindi è necessario scrivere a -> maifredi@sergiomaifredi.it
Per il mio ultimo romanzo: LA LEGGENDARIA STORIA DI HEISENBERG E DEI FISICI DI FARM HALL clicca qui per averlo.
Qui c’è il link con tutti i miei monologhi a teatro: clicca!
La prossima stagione nuove date con tutti e quattro (4!!!) i miei monologhi in giro per l’italia, la svizzera e l’austria!!!
Farò anche “Einstein & me” al Teatro Elfo Puccini di Milano per un settimana (doppia replica ogni giorno, mattina per le scuole e sera per tutti), aspettiamo la presentazione della nuova stagione (a breve) e poi diffondiamo il link per i biglietti…
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