Oggi su Repubblica scrivo del fenomeno del “mansplaining” nella scienza, quando un uomo spiega a una donna qualcosa di cui lei è esperta…

Repubblica, 20 giugno 2019

In America una parola per definire questo fenomeno già c’è, in Italia non ancora. In Svezia hanno creato addirittura una linea telefonica aperta per fare in modo che chi lo subisce possa esternarlo. La parola è mansplaining, man+explaining, cioè un uomo che spiega a una donna qualcosa di cui lei è esperta, è detentrice di contenuti sul campo, perché detta da un uomo è più autorevole. Il mansplaining può essere declinato in tanti ambienti, e serve per raccontare un sopruso, dove c’è una classe dominante e una che storicamente si è vista privare della propria libertà, dei propri diritti. Il mansplaining è un fenomeno di cultural appropriation, che avviene quando i rappresentanti della classe dominante prendono qualcosa di valore di una minoranza e ne fanno un trend, appropriandosene, facendone uno slogan. Come ad esempio un uomo che si mette a raccontare le donne della scienza.

C’è un saggista statunitense che di nome fa Jim Holt, e che ha pubblicato un libro di recente “When Einstein walked with Godel”, con un titolo fuorviante (da noi è tradotto da Mondadori), in cui non si parla minimamente di “quando Einstein passeggiava con Godel”, ma di riflessioni dell’autore su sue pensate. Questo libro è una raccolta di saggi pubblicati dall’autore in vari posti (dal “The New York Review of Book” al “The New York Times”) in cui viene rafforzato, pagina dopo pagina, il concetto che la scienza e la fisica sono argomenti per soli uomini. Uno dei capitoli è dedicato a Ada Lovelace, e l’autore ci spiega che la Lovelace nell’Ottocento non è stata l’inventrice del linguaggio di programmazione moderno (come tutto il mondo le riconosce), ma ha solo avuto un ottimo ufficio stampa. L’autore ci spiega che la Lovelace era solo una povera pazza, mentre George Boole ha fatto il lavoro più importante, e ci spiega che è Joseph Marie Jacquard il padre del computer quando nel XIX introdusse l’uso di schede perforate.

Caro Holt, se noi oggi siamo riusciti, siamo arrivati finalmente a celebrare Ada Lovelace, e le abbiamo anche dedicato un giorno dell’anno, il motivo è storico, fondante. Il pretesto di questa celebrazione sta nel maschilismo di cui tu sventoli ancora oggi, e fuori tempo massimo, la bandiera. Da quando è nata la scienza fino ad oggi, i soprusi perpetrati nei confronti delle donne scienziate, come Lise Meitner, Rosalind Franklin, Jocelyn Bell, Chien Shiung Wu, sono vergogna pura, e tutti noi ci spelliamo le mani ogni giorno per fare in modo che le cose cambino. E poi arrivi tu, e ci spieghi le cose. Da noi, qui in Italia, c’è una città su tutte, Ravenna, che dedica a Ada Lovelace mostre, fiere, esposizioni, c’è anche un archivio immenso che segna il passaggio di Lord Byron per queste zone, e con la scusa festeggiamo la Lovelace (Lord Byron è il padre di Ada Lovelace, anche se in quel periodo essere figli di Lord Byron poteva essere comune a molti). Caro Holt, gli stessi uffici stampa che aveva la Lovelace, li avevano a disposizione anche gli altri. Il patronizing, o il bossy, sono una pratica antica, che fortunatamente le nuove generazioni non dovranno subire come è successo in passato. E’ uscito un altro libro in America, della giornalista Rebecca Solnit, intitolato “Men who explain things”, cioè “uomini che spiegano cose”, in cui si ricostruiscono tutti i malvezzi più diffusi di mansplaining, consigliatissimo.

La nostra televisione (per dire un ambiente) ne è piena. Così come ogni volta che una minoranza si trova a doversi confrontare con una maggioranza: le donne e la scienza, gli omosessuali e il calcio, i laureati e la politica.

 

Ma non finisce qui… aspettatevi altro da me, su questo argomento! Sono un fiume in piena… Il fenomeno l’ho scoperto in America, nei mei recenti viaggi. Ho tanto da raccontarvi, che qui da noi si fatica a far arrivare…

Ci sono tante informazioni distorte, tanti malvezzi diffusi che vanno sradicati…

Assurdo, no?!, quando sentite che viene chiamato un uomo ‘perché un uomo è più autorevole’ nel raccontare le grandi battaglie delle donne della scienza…ci sono persone che neanche si chiedono quello che stanno facendo, magari anche donne…il fenomeno ora ha un nome, e identifichiamolo quando lo vediamo, è già un passo avanti.

La nostra televisione (per dire un ambiente) ne è piena. Così come ogni volta che una minoranza si trova a doversi confrontare con una maggioranza: le donne e la scienza, gli omosessuali e il calcio, i laureati e la politica (era una battuta, questa…).

 

 

Ps:

Vi dico la mia pure su questo. Secondo me, le battaglie di Asia Argento in Italia sono state sacrosante, eppure i media hanno trasformato tutto in gossip, in impicci nella sua vita privata. Lei voleva far arrivare un fenomenom ci è riuscita solo in parte. Ma accade spesso. Quando Madonna al concerto in Israele due settimane fa ha fatto salire sul palco due ballerini con due bandierine, una israeliana e una palestinese, attaccate dietro la schiena, è stato un gesto fortissimo: e i giornali hanno titolato ‘Madonna ha steccato’, con tanto di confronto tra una canzone cantata senza stonare e una sì. Mentre il punto era un altro…

 

 

 

Intanto le mie novità sono diventate tre:

  • hanno presentato la nuova stagione al Teatro Brancaccio di Roma, e sono stata inserita in cartellone: EINSTEIN & ME con l’allestimento teatrale completo sarà in quel magnifico, enorme teatro, e sono felicissima! Sarà un evento unico, con data secca, il 6 aprile 2020…quindi imperdibile! Gli aggiornamenti li trovate qui sul mio sito, man mano che me li cominicano…per i biglietti basta chiamare il teatro (anche per le scuole uguale!)!
  • hanno presentato la nuova stagione al Teatro Elfo Puccini di Milano, e per una settimana porto EINSTEIN & ME in quel teatro strepitoso, dal 14 al 19 aprile 2020, possibilità di mattinee per le scuole, chiamate il teatro, e prendete i biglietti per la sera già adesso, perché vanno a ruba (come per i concerti di Vasco, esauriscono un anno prima): biglietti ELFO PUCCINI DI MILANO!
  • hanno presentato la stagione al Teatro di Camogli, e porto LA LEGGENDARIA STORIA DI HEISENBERG E DEI FISICI DI FARM HALL in quel teatro così suggestivo, la data è il 27 novembre 2019, segnatevela, chiedete i biglietti, chiamando!

 

EINSTEIN & ME

 

 

Qui sul mio sito, sparse nelle varie caselle che partono dalla home page, ci sono tutte le info sui miei spettacoli in tour, che sono 5!

DUE DONNE AI RAGGI X – MARIE CURIE E HEDY LAMARR, VE LE RACCONTO IO

 

LA LEGGENDARIA STORIA DI HEISENBERG E DEI FISICI DI FARM HALL

 

 

MONOLOGO QUANTISTICO

EINSTEIN & ME

GRAZIE, LISE MEITNER

 

 

Qui invece c’è l’intervista che mi hanno fatto sul Frecciarossa nella rivista di giugno che trovate sul treno…3 pagine! Quante foto mi state mandando…

Mi state mandando mille foto ogni volta che prendete un Frecciarossa, e questa cosa mi diverte molto. Si si, sono sulla rivista Le Frecce, confermo confermo, spalmata su tre pagine di intervista. Domande insolite, quindi belle. Per tutto giugno devo mettere in conto che sarà così allora…foto mie con la rivista, foto vostre con la rivista, foto di quelli che vedete che leggono la mia intervista sulla rivista…mancano solo foto dai binari di quelli che salgono e si avviano verso la rivista, e foto di quelli che dal bagno escono con la rivista ma forse questa è meglio di nooooahahah…
E comunque, la relatività Einstein l’ha pensata sul treno. 

 

 

 

Ah, mi sono dimenticata che su Repubblica di oggi c’è anche la mia rubrica, perché oggi è giovedì!!!

 

Parlo del gatto di Schroedinger….eccolo!

 

 

PILLOLE DI FISICA / PUNTATA 6

 

Ogni volta che sono ad un ritrovo generico di persone (cioè di non-fisici), con un numero di persone maggiore o uguale a due (cioè, tranne quando sono da sola, ed escludendo il caso in cui non ci sia io), una delle cose che mi fanno raccontare sempre è il gatto di Schrödinger. Ultimamente il Guardian ha scritto di una ricerca fatta a Yale sui salti quantici e come prevederli: dice, il gatto di Schrödinger si può prevedere se morirà o no, e invertire la sua condizione. Fa molto effetto. Ma ecco la spiegazione del perché no.

Il paradosso del gatto di Schrödinger è un esperimento mentale pensato da Erwin Schrödinger (tra i miei fisici preferiti del XX secolo), che ha lo scopo di illustrare come l’interpretazione ortodossa della meccanica quantistica fornisca risultati paradossali se applicata a un sistema macroscopico. L’esperimento nasce nel contesto della discussione del paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen, che critica l’entanglement quantistico dell’interpretazione di Niels Bohr. Schrödinger, che condivideva con Einstein lo scetticismo verso la teoria di Bohr, si chiede cosa succederebbe se chiudessimo un gatto in una scatola con un dispositivo contenente un veleno mortale e un nucleo atomico radioattivo. La particella emessa dal nucleo durante un decadimento innesca un meccanismo che rilascia il veleno nella scatola, e il gatto muore istantaneamente. Il momento in cui il nucleo radioattivo decade è un evento che non si può prevedere precisamente, ma è possibile dire solo che esiste una certa probabilità di decadimento dopo un certo periodo di tempo. Secondo Schrödinger, finché non apriamo la scatola per controllare il suo stato di salute, non possiamo dire se il gatto sia vivo o morto, ma deve trovarsi in entrambi gli stati contemporaneamente: dice, il gatto o è vivo o è morto, e l’apertura della scatola non può certo influenzare il risultato; sicuramente si tratta solo della nostra ignoranza di quello che è già successo. Bohr e Heisenberg, invece, dicono che il gatto non può essere vivo e morto contemporaneamente, e il gatto non può essere un’entità fornita di realtà indipendente, finché non si apre la scatola per controllare: dicono, non possiamo descrivere la realtà in assenza di misure, potremo farlo solo quando apriremo la scatola. E il Guardian, ecco, ha scelto la strada più facile per comunicare questa nuova ricerca. Continuate così, restate curiosi.

 

In questi giorni, sono chiusa nella sala di registrazione…stavolta sto registrando EINSTEIN E IO! E il 16 luglio esce per Audible HOTEL COPENAGHEN…ve lo ricordate? Si tratta delle mie ricerche che ho fatto a Copenaghen, dove ho ricostruito la vita di Niels Bohr, e la sua scuola di Copenaghen (da quella scuola sono usciti tanti premi Nobel) e lì lui ha fondato la teoria ortodossa della fisica quantistica. Niels Bohr era il grande antagonista di Albert Einstein… (qui per il libro di carta – > clicca)

 

 

 

 

 

 

…non state con chi non vi fa fiorire!

gabriella

 

 

 

 

 

 

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