Seconda ristampa per EINSTEIN FOREVER, wow! E ho iniziato a recensire libri scientifici per Tuttolibri, l’inserto della Stampa…ecco la prima!

 

Una bella novità: ho iniziato a recensire libri scientifici per Tuttolibri, l’inserto della Stampa del sabato…ecco la prima in edicola oggi!

 

 

 

di Gabriella Greison

Quando scelgo di leggere un libro di fisica per piacere, e non per lavoro, la mia personalissima selezione è fatta di questi passaggi: chi scrive deve essere un fisico o uno scienziato, deve aver scritto note e ringraziamenti che mi colpiscono. Note e ringraziamenti belli (belli per me) in un libro di fisica sono fondamentali.

Poi c’è un ulteriore barriera: il legame tra l’argomento e la persona che ha scritto il libro. Ad esempio, se il libro parla di donne della scienza, e del loro percorso irto di ostacoli nella storia, fatto di abissi, maschilismo, soprusi, ecco il libro in questione non può averlo scritto un uomo, e magari maschilista. Non vale la regola, per me, in questo caso, che tutti possono scrivere di tutto. Perché l’argomento in questione è una faccenda delicata, dove c’è un gruppo di minoranza a cui è stato inflitto un sopruso storico, e un gruppo di maggioranza a cui queste cose non sono capitate. E’ come fare un film sugli indiani d’America, ad esempio. E a interpretare il film sugli indiani d’America prendono un gruppo di newyorkesi e gli mettono le piume in testa. Cosa possono saperne di soprusi, loro. Questo è mansplaining. Va beh, chiusa parentesi tonda. Torniamo al momento in cui sto per fare la scelta in libreria: se trovo un libro così, fa niente, lo lascio lì, sperando che anche altri facciano il ragionamento che faccio io, e gli preferisco (chessò) Liala, decidendo in quel preciso momento che è arrivata per me l’ora di una mia inizializzazione da un’altra parte.

Chiusa parentesi quadrata. Torniamo alle note e ai ringraziamenti. Non devono essere note e ringraziamenti formali, in cui mi fanno vedere quel loro mondo accademico, fatto di pubblicazioni o di ringrazio me stesso e bla bla e colleghi d’ufficio. No, non ci deve essere traccia di tutto questo (Einstein li chiamava i paludati accademici questi). Ma devono farmi vedere il loro mondo bellissimo, fatto di vita e illuminazioni e ossessioni. Proprio questo mi ha fatto vedere Terry Rudolph, nelle pagine finali del suo libro appena tradotto da Adelphi “Quanti” (l’originale è uscito nel 2017, il titolo era Q is for Quantum), 120 pagine, 14 euro. Ho letto il suo libro, ai tempi, in inglese, e ora mi sono gustata la traduzione, perché è molto interessante seguirlo. Dovete sapere che Terry Rudolph è nipote di Erwin Schroedinger, il fisico austriaco tra i creatori della fisica quantistica nel XX Secolo, ed è stato professore all’Imperial College di Londra, mi è capitato di parlargli anche, siamo della stessa generazione. E dovete sapere che nelle note e i ringraziamenti lui dice, tra le varie cose, questo: “Un libro che ha avuto una particolare influenza nella mia vita è John Gribbin – In Search of Schrödinger’s Cat: conosco un discreto numero di fisici della mia generazione che ne sono stati influenzati, oggi appare un po’ datato (ma ne è stata pubblicata un’edizione aggiornata). Gribbin ha scritto molti altri libri, che forse vale la pena di consultare ma che non ho letto (per cui non posso garantire di approvarne tecnicamente il contenuto specifico). Oltre a essere un eccellente scrittore, John possiede insolite facoltà divinatorie, specie riguardo ai titoli di futuri libri divulgativi, di cui poi si appropria!”. Con queste parole Rudolph chiude una questione aperta molti anni fa, appunto dallo stesso Gribbin, il quale aveva dedicato il suo libro proprio a Terry Rudolph, e tra parentesi “tanto so che non lo leggerà”. Una specie di giallo, ora risolto.

Per quel che riguarda il libro, farne una recensione vera e propria è difficilissimo, perché quello che fa per 120 pagine è raccontare la fisica quantistica tramite disegni (nuvole, palline colorate di bianco o di nero, nebbie, metafore), senza usare il formalismo che tutti usano, e che secondo lui danneggia il racconto della fisica quantistica stesso, e inventandosi mappe concettuali. Con questi disegni Rudolph ha creato un metodo tutto suo, può piacere o no, ma è il suo mondo. Nel libro così racconta l’interpretazione di Copenaghen della fisica quantistica (quello basato sul concetto di probabilità, cioè: non esiste la realtà in assenza di misure, di Niels Bohr, Heisenberg e gli altri della scuola di Copenaghen), e quello diverso che gli ha dato storicamente Albert Einstein, che invece la probabilità non la tollerava. La difficoltà del libro sta nel seguire pagina dopo pagina questi disegni e non perdere mai il discorso, perché altrimenti si perde il suo ragionamento, e la lettura diventa inutile. Quindi il consiglio è di leggerlo tutto d’un fiato, oppure diviso in tre parti, seguendo i suoi tre macroargomenti: computazione, entanglement e realtà. L’ultima parte è una conclusione sullo stato attuale delle cose, e sono uno spasso le sue riflessioni contro i tanti santoni, veggenti, cartomanti, astrologi che caricano video su youtube pensando di maneggiare la fisica quantistica e invece vogliono vendervi corsi sulla mente quantica o altre scemenze (come gli oroscopi). Durante la lettura, come lui stesso dice: ignorate qualsiasi filosofia da salotto che possa essersi intrufolata nel discorso, perché lui ha fatto veramente di tutto per evitarla.

 

 

 

Giovedì invece su Repubblica nella mia rubrica ‘Pillole di Fisica’ racconto di uno speech di un fisico bravissimo che ho seguito durante il mio mese in California!

 

Di Gabriella Greison

Una delle cose che ho fatto durante il mese trascorso in California è stata andare a sentire uno speech di un grande fisico. Si chiama Aaron Douglas O’Connell, ha 38 anni, e ora vi racconto tutto.

Sono andata a sentirlo parlare ad una convention di fisici internazionali, arrivavano da tutto il mondo per parlare di fisica quantistica. Ma quando è arrivato il suo momento, mi sono veramente entusiasmata. Dunque, Aaron Douglas O’Connell un fisico quantistico sperimentale, è americano, ed è il creatore della prima macchina quantistica al mondo. E’ stato in grado di trasferire lo stato quantistico di un bit quantistico superconduttore in un risonatore meccanico macroscopico. Cioè ha trasferito le caratteristiche del mondo dell’infinitamente piccolo nel mondo macroscopico. Le sue misurazioni della macchina quantistica costituiscono le prime osservazioni dirette del comportamento quantizzato del movimento di un oggetto visibile. In poche parole, lui ha sperimentato il principio di sovrapposizione della meccanica quantistica su un oggetto reale.

E’ entrato in una stanza asettica con un wafer di silicio, la stanza era al buio, ha sistemato il dispositivo in un contenitore da cui ha tolto l’aria, e quindi l’ha raffeddato ad una temperatura prossima allo zero assoluto. Il pezzetto di metallo in quelle condizioni era libero di comportarsi come gli parvae, e così lui si è messo a misurare il suo moto. Quello che ha scoperto O’Connell è che il metallo si muoveva in un modo davvero strano. Invece di stare perfettamente fermo, il metallo vibrava. E il modo in cui vibrava era qualcosa di simile a un respiro, cioè era come se si dilatasse e si restringesse, il metallo sembrava una specie di mantice. Allora O’Connell decise di dargli un colpetto, e in quel modo poteva farlo sia vibrare che cessare di vibrare nello stesso momento, qualcosa che è possibile solo nella meccanica quantistica. Quando lo ha riscaldato, e poi ha acceso le luci, ha guardato nel contenitore, e ha visto che il pezzo di metallo si trovava ancora lì, integro, e fermo. E allora ha dedotto che tutti gli oggetti presenti nella stanza sono semplicemente degli oggetti quantistici stipati in un piccolo spazio. E così è rimasto chiuso nella stanza per anni. E ha fatto misurazioni, ha fatto piccole modifiche, ha osservato, e descritto tutto quello che vedeva.

Vi consiglio il suo TED, lo trovate facile in rete, datato 2011, avvenuto a Long Beach, in California.

 

 

 

 

 

Per il resto, le ultime novità sono: l’intervista che mi hanno fatto sul magazine americano OZY su Mileva e su tutto quello che ho creato su di lei (un romanzo, uno spettacolo teatrale, e la mia battaglia per l’attribuzione di una laurea postuma chiesta al Politecnico di Zurigo) -> CLICCA QUI

 

 

 

Una serata bellissima a Milano allo Spazio Germi, in cui io e Fabio Cinti (il cantautore) abbiamo creato la serata “Fisica rock e musica colta” -> CLICCA QUI

 

 

E tra le cose che farà: porto il racconto di Marie Curie sul palco del Cinema Anteo il 7 Marzo in occasione dell’uscita del film su di lei di una regista francese; l’8 Marzo, domenica, spettacolo SEI DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO alle 16 a Vimercate; il 9 Marzo esce il mio nuovo podcast CARA MARIE CURIE… su Audible, in 16 episodi di 20 minuti ciascuno, scrivo una lunga lettera a Marie Curie aggiornandola su tutto quello che abbiamo fatto oggi grazie a lei. E poi il 5 Aprile sarà di nuovo con lo spettacolo SEI DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO alle 21 al Polo del 900, al Festival degli archivi.  -> CLICCA QUI

 

 

 

E appena mi mandano il video con il mio intervento su Rai Uno ve lo posto…mi è piaciuto molto recitare la poesia “Qualche parola sull’anima…” invece delle solite interviste… ho fatto bene?

 

 

 

E infine, ultima novità: il mio ultimo libro EINSTEIN FOREVER è già in ristampa…e sulla fascetta c’è la definizione del ‘Metodo Greison’ che mi ha dato Repubblica… guardate…

 

 

 

 

“E’ il metodo Greison: un grande lavoro di ricerca documentale, la visita sui luoghi dove si sono svolti i fatti, infine una messa in scena appassionante, degna di uno spettacolo!”

 

 

Qui per il libro (anche nella versione Audible letto da me), pubblicato da Bollati Boringhieri.

E con lo spettacolo EINSTEIN FOREVER show ci vediamo in queste date:

-> 11-12-13 Marzo 2020 a Roma: Teatro Vittoria biglietti qui.

-> 14 Marzo 2020 a Bellaria: Teatro Astra ore 21 biglietti qui.

-> 15 Marzo 2020 a Taranto: Teatro Fusco ore 19 biglietti qui.

 

 

 

 

 

Oui, c’est moi…

 

 

 

 

 

 

…non state con chi non vi fa fiorire!

gabriella

 

 

 

 

 

 

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