L’annuncio USA dell’avvenuta fusione nucleare: ora si può produrre energia come avviene nelle Stelle

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Ora vi racconto la notizia clamorosa che arriva dall’America sull’avvenuta fusione nucleare nei laboratori di Livermore in California. Faccio una piccola premessa (e un commento): io sono una fisica nucleare, lo studio di quello che avviene nell’atomo fa parte del mio percorso di studi, e questo faccio anche oggi, studio il mondo dell’infinitamente piccolo per poterlo raccontare nei miei libri e nei miei monologhi. Questo per dirvi che io sono a favore dell’utilizzo di questo tipo di energia, secondo me rappresenta il futuro. Tutte le volte che sentite altri scienziati titubanti sull’utilizzo del nucleare, e addirittura contrari, è perché vedono la questione dal loro personalissimo punto di vista, che non è quello di un fisico nucleare.

 

I FATTI

Dunque, il fatto è questo: in una conferenza stampa fatta dalla segretaria del dipartimento americano dell’Energia, Jennifer Granholm, è stato annunciato che al Lawrence Livermore National Laboratory (in una struttura chiamata National Ignition Facility), in California, è stato condotto con successo un test che ha portato alla produzione – per la prima volta nella storia – di una reazione di fusione nucleare che genera più energia di quella necessaria per innescarla. In altre parole è stato raggiunto il net gain, come si dice in gergo tecnico. Un risultato strabiliante. Interessante è anche la tecnica usata per la fusione: al LLNL hanno usato il confinamento laser, e non il confinamento magnetico, cioè quello che facciamo in Europa (si pensi al progetto ITER). In pratica, hanno usato laser potentissimi (in totale 192) che usano l’energia della luce per creare un effetto simile a quello generato dalla gravità, simulando l’avvio della reazione nucleare di fusione che avviene nelle stelle, come ad esempio nel nostro Sole. Nel caso del confinamento magnetico, invece, si utilizza una enorme quantità di calore per ottenere che due protoni arrivino tanto vicini da vincere la forza di reciproca opposizione elettromagnetica, per sfruttare poi la forza nucleare forte per dare origine alla fusione.

In pratica, 192 laser hanno lavorato tutti insieme per fornire una quantità di energia di 2,1 milioni di joule sulla capsula irraggiata, a fronte dei 2,5 milioni di joule prodotti: non è tantissimo, ma è la prima volta che succede.

Con la fusione nucleare si produce energia senza emissioni di carbonio, un sogno inseguito e sognato sin dagli anni’50, quando si studiò come amplificare la potenza di un ordigno atomico arrivando alla bomba H. Un passo rivoluzionario verso un’energia illimitata, pulita e a basso costo, che in un solo colpo potrebbe consentire di ridurre l’inquinamento, frenare il cambiamento climatico, garantire lo sviluppo dei Paesi più poveri. E cambiare i rapporti di forza nella mappa geopolitica, ridimensionando il potere di Paesi la cui economia dipende in gran parte dall’export di combustibili fossili, come la Russia e i Paesi del Golfo.

L’annuncio, inoltre, conferma il primato degli Usa nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica, grazie anche ad investimenti pubblici e privati senza pari nel mondo, compreso il maxi pacchetto di aiuti per la green economy della recente legge anti inflazione varata dall’amministrazione Biden. Certo, ci vorrà tempo per arrivare all’uso commerciale dell’energia da fusione nucleare, ma per invertire il climate change serve anche questo.

L’amministrazione Biden aveva inserito la Fusione nucleare, tra le cinque priorità energetiche che dovranno contribuire agli obiettivi climatici USA in vista del raggiungimento di uno zero netto di emissioni di CO2. E con questo annuncio gli Stati Uniti hanno vinto (l’Europa invece lavora con la Russia, sul nucleare).

Al National Ignition Facility, già nell’agosto del 2021 era stato compiuto un primo passo, ma con questo annuncio oggi si è sicuri che è possibile ottenere più energia di quella che si immette in ingresso. Per poterla usare realmente (o commercialmente) è necessario che il guadagno sia di un fattore cento. Gli ostacoli in futuro non mancheranno, a partire dai costi giganteschi e dalle difficoltà tecniche per ricreare la reazione su larga scala e per mettere a punto macchinari (finora inesistenti) capaci di trasformarla a costi sostenibili in elettricità da mettere in rete. Ma un nuovo futuro non sembra lontano. E questa svolta dimostra che è necessario continuare ad investire nella fusione nucleare. Con il nucleare si ottiene energia pulita, a prezzo accessibile, senza produzione di CO2, e utilizzando un combustibile alla portata di tutti, come l’acqua di mare.
Il sogno di produrre energia come fanno le stelle si è avverato.
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ALTRI APPROFONDIMENTI…
(quello che segue è parte della mia rubrica del mercoledì sul sito del settimana Oggi, dal titolo #ChiediAllaFisica questo il link -> clicca!)
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DIFFERENZA TRA FISSIONE E FUSIONE NUCLEARE
Nella fusione nucleare si riproduce il processo che avviene nelle stelle e nel Sole, con la combinazione senza rischi di due nuclei leggeri in un nucleo pesante. Come combustibile si usa l’idrogeno, praticamente inesauribile. Si avvicinano due nuclei fino a farli fondere tra loro a densità e temperature altissime (milioni di gradi Celsius) per superare la repulsione elettromagnetica. In questo modo si trasforma l’energia della reazione in elettricità che può alimentare case, uffici, aziende senza emettere carbonio nell’aria o produrre scorie radioattive da smaltire nell’ambiente.

Nella fusione nucleare fondi nuclei leggeri per formarne di pesanti. Tipicamente nelle stelle si fondono nuclei di idrogeno per formare nuclei di elio. Sulla Terra la strada che si sta percorrendo non è quella di usare l’idrogeno semplice con un solo protone, bensì uno più pesante, ovvero il deuterio da solo, o combinato col trizio: (il terzo isotopo dell’idrogeno). In questo modo la reazione di fusione è più facile per i macchinari terrestri e alla fine si produce sempre dell’elio. Diversamente, nella fissione si utilizzano nuclei pesanti (tipicamente uranio) che poi spacchi formando dei nuclei leggeri. Entrambe queste reazioni daranno luogo al rilascio di energia.

Quel che è successo nell’esperimento americano è che si è riusciti a produrre più energia di quella utilizzata per accendere la macchina. La fusione nucleare richiede temperature altissime, non nell’ordine delle migliaia di gradi, ma superiori ai milioni di gradi. Quindi serve un confinamento per trattenere tutto questo deuterio che si trasforma in elio. Questi confinamenti richiedono tantissima energia. Quindi per far partire la macchina c’è un enorme consumo di energia solamente per tenere vicini tutti questi nuclei, che altrimenti non sarebbero alla distanza giusta per interagire. Se si ottiene maggiore energia rispetto a quella spesa per questa operazione si ha la reazione di fusione commerciale, che in prospettiva può essere economicamente conveniente.

SCARTI
Alcune reazioni di fusione generano dei neutroni che rendono radioattiva la macchina, la quale deve quindi essere gestita come un rifiuto radioattivo. Ma analogamente a quel che avviene nelle centrali a fissione nucleare, si tratterebbe comunque di quantità minime. I rifiuti netti della fusione sono milioni e milioni di volte inferiori a quelle delle fonti di energia fossile. C’è una forte competizione tra europei che collaborano anche con gli scienziati russi nel progetto Iter, e gli Stati Uniti. Il campo della conoscenza scientifica è il terreno in cui si giocano le nuove gerarchie mondiali del XXI secolo. Chi domina l’innovazione e sviluppa la scienza domina l’economia, la politica, perfino l’immaginario, dunque anche i sogni.
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Non state dove o con chi non vi fa fiorire.

gabriella

 

 

 

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