Nuove interviste su ‘Ogni cosa è collegata”…e stasera prove dello spettacolo al teatro di Arezzo!

Ciao amici, mi hanno fatto due nuove interviste…ve le posto qui, una è sul quotidiano ‘L’identità’ e l’altra è su ‘La Nazione’!

L’argomento è naturalmente il mio nuovo libro OGNI COSA È COLLEGATA (se non ce lo avete ancora cliccate qui !)…e l’anticipazione del nuovo spettacolo teatrale, che si chiama ENTANGLED e che stasera porterò sotto forma di prove aperte al Teatro Aretino di Arezzo (purtroppo è sold out, gli organizzatori mi hanno detto che ci sono circa altre 2000 persone in lista di attesa, una lista di attesa così lunga non si è mai vista nella storia delle liste di attesa…rimedieremo presto con nuove date, state incollati sul mio sito che presto ne metto altre o venite al debutto Nazionale a Milano al Teatro Menotti il 21, 22, 23 Aprile -> clicca qui !).

Ecco la prima intervista, con le risposte…è bella, ve la consiglio!

 

Incontriamo Gabriella Greison in occasione dell’anteprima del suo spettacolo ad Arezzo al Teatro Aretino “ENTANGLED – Ogni cosa è collegata”, titolo omonimo della sua ultima pubblicazione per Mondadori (“Ogni cosa è collegata”), libro appena uscito ma già un grande successo.

“Ogni cosa è collegata” sembra più che un titolo, quasi una dichiarazione d’intenti che si muove per tutte le pagine del libro. La teoria del tutto qui si allarga e diventa non solo una meta della fisica contemporanea, ma un approccio alla vita nella sua interezza. Cosa è emerso dalle sue ricerche, questa teoria del tutto è una splendida utopia o ha una occasione di vedere la luce?

L’insegnamento principale che ho tratto dalle mie ricerche sul posto, perché io per scrivere un libro vado sempre nei posti che racconto e lì studio, è che tutto è collegato. È un concetto veramente molto semplice, probabilmente l’avrete già sentito parecchie volte. È un concetto alla base di quasi tutte le tradizioni spirituali dell’umanità della storia. Io, però, ogni volta che ho sentito le persone menzionare questa frase, che “siamo tutti collegati”, mi è sempre sembrato qualcosa che vorrebbero poter credere fosse vero, ma in realtà è un concetto astratto, qualcosa di esoterico, di indimostrabile; eppure sembra quasi che tutti vorrebbero davvero che l’universo fosse così. Collegato. Ma se ci concentriamo su noi stessi, tutto in noi è collegato. Siamo importanti per il mondo, e il mondo è importante per noi. Ebbene, nel libro ve lo dimostro. Scientificamente.

I due protagonisti del libro sono Pauli e Jung, uno dei fisici più importanti della storia e tra i creatori della fisica quantistica, e dall’altro lato uno dei padri della psicoanalisi. Li accomuna una tensione, la ricerca di un senso paradossalmente metafisico. Nel libro si dice che sembra caduta una maledizione dopo l’errata interpretazione di Aristotele con la differenzazione tra fisica e metafisica, che ha comportato una lacerazione nel modo di leggere la natura e i suoi fenomeni. Ci può riassumere il suo punto di vista?

La scienza e gli scienziati sono i primi che si fanno del- le domande, su qualsiasi cosa accada. La scienza è lontana dallo spiegare tutto l’insieme, ma, quando ce la fa, le risposte che fornisce sono sicuramente le più affidabili. Nel XX secolo questo era ovvio, oggi non lo è più.

Oggi vediamo contrapporre agli scienziati i filosofi, su ogni argomento passi in televisione, come a voler schematizzare una contrapposizione tra la scienza e la ricchezza di pensiero. No, non è così. La scienza non è razionalità e il pensiero non è irrazionalità.

Io penso che la realtà sia solo un’idea che noi vogliamo dare alle cose che guardiamo. Abbiamo necessità di darne una rappresentazione, e quindi con la nostra testa, insieme a tutti gli automatismi che ci hanno inculcato, creiamo que- sta idea. Visualizziamo la realtà perché abbiamo necessità di farlo. Ma potremmo anche non farlo. Potremmo non dare nessuna visualizzazione a quello che ci circonda. I fisici ragionano cercando di essere più generici possibili, e lo fanno meglio di chiunque altro. Se non riusciamo a essere generi- ci, è perché quello che ci interessa sono le informazioni che noi consideriamo vere e che attribuiamo alla realtà. Ma se qualcosa non la guardiamo, non abbiamo nessuna certezza che esista. È più rassicurante che esista, ma non è così.

 Uno dei problemi fondamentali che solleva la fisica quantisica è il momento della misurazione e quindi il crollo della funzione d’onda, che ha echi e riverberi anche qui nel mondo di interndere il mondo. Ce lo può spiegare?

Per la maggior parte delle persone, non c’è differenza tra realtà e informazioni sulla realtà. Va bene anche così, sia chiaro. Ci hanno insegnato da bambini che per parlare di qualcosa che ci troviamo di fronte, se è un oggetto, dobbiamo saperlo descrivere. Se ci troviamo di fronte a una poltrona, sappiamo dire approssimativamente quanto è grande, quali sono le dimensioni, il colore, il tipo di stoffa, la forma. Le domande possono essere tantissime e si può non finire mai di rispondere, man mano che si entra nei dettagli di quella poltrona. La tipologia di lavorazione, i ricami, se è pulita o meno, se si vedono le cuciture ai bordi. Entrare sempre più nel dettaglio, fino a concentrarsi anche su piccolissime parti, fino ad arrivare agli atomi, e, se vogliamo rispondere a domande sugli atomi che compongono la poltrona, andiamo a prendere un microscopio e continuiamo a conoscere cose nuove per poter rispondere. Tutte queste curiosità, però, sono frutto di un lavoro attento che è stato fatto sul nostro modo di ragionare, che risponde ai requisiti della fisica classica.

Leggendo il suo libro troveremo non solo il modo di approfondire tantissimi concetti di fisica e di psicologia come detto, ma anche lati umani, tormenti e illuminazioni. Questa sorta di passaggio dall’ombra alla luce, di profonde crisi legate a momenti di epifanie, sembra essere proprio di tutte le grandi menti della scienza del novecento: anche in altri suoi libri mi sembra emergere, come “l’incredibile cena dei fisici quantistici”, o “sei donne che hanno cambiato il mondo”. Si può dire che dobbiamo mettere in discussione ciò che crediamo di sapere per arrivare ad alcune profonde verità e questo provoca necessariamente un processo di crisi? Vale per anche per il nostro quotidiano?

Mi rifaccio a Primo Levi per dare una conclusione a tutto questo tormento: quello che comunemente definiamo comprendere è solo semplificazione. Oggi c’è un’eccessiva tendenza alla semplificazione. Ma non si può schematizzare tutto. Il conoscibile non è uno schema. L’esperienza che facciamo è complessa, ed è solo su questa che dobbiamo basarci. L’esperienza ci permette di fare una selezione tra i concetti, le parole, i processi mentali. Così come la conoscenza, lo studio, la curiosità. Il cervello è una condizione necessaria per farci essere quello che siamo. Il cervello è legato alla nostra corporalità, che si è adattata al nostro mondo con leggi fisiche ben precise. Il cervello non è un computer, è molto di più. Dalla lettura del libro “In principio è la relazione” di Martin Buber si capisce benissimo come la relazione sia la base di tutta l’esistenza. Dall’ambiente, dalla storia, dalla considerazione esatta di quello che siamo nasce la coscienza. Ognuno di noi ha formato la propria coscienza mettendo in gioco le sensazioni corporee. Sono i sensi che ci fanno essere coscienti, ci fanno sentire i profumi, i sapori. E il corpo è la fonte principale della consapevolezza.

Da studiosa quali sono invece in positivo i progetti più affascinanti e promettenti su cui le comunità scientifiche stanno lavorando?

Ci sono diversi misteri della fisica moderna in attesa di essere risolti, a me incuriosiscono quelli legati al mondo dell’infinitamente piccolo, perché di questo mi occupo, di fisica quantistica. Ecco alcune domande a cui si studia per rispondere:

1) Cos’è la materia oscura, quella materia che sembra attrarre gravitazionalmente la materia visibile ma non emette luce e noi non la vediamo, e sarebbe circa 5-6 volte più abbondante nell’Universo della materia visibile? Di cosa è fatta? Esiste davvero?

2) Cos’è l’energia oscura, quella che fa accelerare l’espansione dell’Universo? Energia che sarebbe circa il 70% della materia e dell’energia totale nell’Universo. Esiste davvero?

3) Cosa succede all’energia (quantistica) del vuoto, che, per i calcoli, è 10 alla 120a potenza superiore a quella necessaria per spiegare l’energia oscura? Grande mistero…come possiamo risolverlo?

4) Qual è la soluzione all’eterno problema della misura in fisica quantistica – quella legata anche al paradosso del gatto di Schroedinger? possiamo capire meglio quale soluzione sia quella vera tra le tante proposte (meccanica bohmiana, mondi paralleli o collasso dinamico)? I modelli di collasso dinamico daranno un segnale misurabile? Sarebbe una rivoluzione in tutta la fisica, poiché significherebbe che l’attuale meccanica quantistica è solo l’approssimazione di una nuova teoria che deve ancora essere scoperta.

5) I neutrini, queste particelle fantomatiche di cui non siamo ancora riusciti a misurare la massa (piccolissima), sono particelle di Majorana o di Dirac? (cioè neutrini e antineutrini sono la stessa particella o particelle diverse)?

6) Cosa è successo all’antimateria – dove è scomparsa subito dopo il Big Bang – la rottura della simmetria CP spiega, ma solo in parte, questo affascinante mistero. Perché viviamo in un Universo di materia? Ci sono altre particelle con rottura della simmetria CP molto grande (neutrini)? O ci stiamo perdendo qualcosa?

Lei si è sempre distinta anche per lo studio e l’attenzione che ha posto sulle figure femminili troppo spesso dimenticate e sottostimate nella storia della scienza, ad esempio in questo suo ultimo libro tra le altre figure emerge quella di Grete Hermann. Chi è che considera come sua maestra?

In questo libro racconto di Grete Hermann e di Chieng Shiung Wu. Avevo necessità di delineare meglio queste due grandi scienziate, oggi più che mai. In particolare, Grete Hermann è stata la creatrice della teoria relazionale della fisica quantistica, una teoria scippata da molti divulgatori scientifici oggi, senza riconoscerle il merito della creazione.

Grete Hermann aveva scritto il libro più importante della sua vita: I fondamenti della meccanica quantistica nella filosofia della natura.

Quando Hermann scrisse quell’opera, in Germania Hitler era appena salito al potere, e quindi per le sue origini ebraiche dovette scappare in Inghilterra. Iniziò una nuova vita, si sposò, divorziò, passarono anni, e infine tornò in patria. Si dedicò ad altro, lasciò per un certo periodo di tempo la fisica. Fondò un suo progetto pedagogico, una scuola che formava cittadini consapevoli sotto le regole della piena democrazia, insegnò agli insegnanti a insegnare, fondò un sindacato per la diffusione della scienza, e tante altre cose che rendevano la sua vita ricca e piena. Ma Grete Hermann era uno spirito inquieto, e come tutti gli spiriti inquieti non faceva una cosa sola e basta. E così, quando sentì che era giunto il momento, pubblicò su una rivista scientifica la sua teoria più importante.

Il suo ragionamento parte da lontano: visto che ci sono alcuni passaggi nella nascente teoria quantistica che contrastano con la logica e con la fisica classica (quindi con la nostra esperienza quotidiana), possiamo uscire dall’impaccio spiegando tutto con le relazioni. I punti che non reggono la logica sono contenuti nel principio di indeterminazione di Heisenberg, che afferma che, se di una particella si conosce la posizione, non si può sapere qual è la sua velocità, e viceversa. E ciò avviene anche nella teoria di Niels Bohr, quando sostiene che se non vedo un evento questo non accade, o l’impossibilità di osservare un fenomeno senza modificarlo. È strano anche che un oggetto possa essere considerato onda e particella insieme. Spiegando, invece, la meccanica quantistica con le relazioni, Hermann crea la teoria relazionale della meccanica quantistica, in cui ogni fenomeno può essere considerato solo se è visto in relazione con gli altri. Un tavolo o un albero non esistono a sé stanti, ma perché sono in relazione con quello che li circonda e anche con noi che osserviamo.

L’esigenza di questa teoria nasce dal fatto che Hermann voleva mostrare la necessità di una teoria filosofica per spiegare alcuni aspetti della fisica dei quanti. Fu lei a parlare per la prima volta di splitting of truth, scissione della verità. Secondo Hermann non esiste una verità assoluta, ma la verità si scinde a seconda delle relazioni fra gli eventi che accadono. La teoria relazionale descrive il modo in cui un sistema si rapporta ad altri nel corso di un’interazione fisica. Secondo Hermann, lo stato e le quantità fisiche di un sistema si riferiscono sempre a un’interazione o a una relazione fra sistemi.

La teoria relazionale della fisica quantistica le fu sottratta, e per molto tempo non si seppe che fu lei ad averla creata (ancora oggi il suo nome non viene citato nei racconti che se ne fanno). Una delle persone che meglio comprese questa teoria, e che la diffuse in seguito, fu Wolfgang Pauli.

La stessa cosa Pauli la fece con Chieng Shiung Wu, per questo racconto bene anche lei nei libro. Loro sono le mie maestre, così come le altre mie “Sei donne che hanno cambiato il mondo” (dal libro pubblicato con Bollati Boringhieri, che è anche un altro mio spettacolo teatrale).

 

 

Questa invece è quella su La Nazione…

…la cosa è bella è che iniziano a parlare del mio ‘Jukebox della fisica – risposte scientifiche alle domande delle canzoni’ -> clicca qui per tutte le puntate!

La serie sarà presto qualcosa di più grande…presto vi aggiorno!

Poi…nel frattempo…c’è la mia nuova serie sui social, Instagram, TikTok e Youtube: JUKEBOX DELLA FISICA – RISPOSTE SCIENTIFICHE ALLE DOMANDE DELLE CANZONI, metto un nuovo episodio ogni settimana -> clicca!

 

 

 

 

Per i miei libri -> segui questo link: clicca!

Per i miei monologhi e spettacoli teatrali in tour -> segui questo link -> clicca!



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(in questa foto sono di fianco all'entanglement quantistico,
presso la sede dell'IBM di Zurigo)



I miei lavori più importanti:

  • Romanzo “L’incredibile cena dei fisici quantistici” -> clicca qui per leggerlo (è sulla fisica quantistica)
  • Spettacolo “Monologo Quantistico” -> monologo teatrale, per ospitarlo chiedi preventivo a gabriella.greison@gmail.com
  • Romanzo “Hotel Copenaghen” -> clicca qui per leggerlo (è sulla fisica quantistica)
  • Libro per bambini “Superdonne” -> clicca qui per leggerlo (è sulle donne della scienza)
  • Romanzo “La leggendaria storia di Heisenberg” -> clicca qui per leggerlo (è sulla fisica quantistica)
  • Spettacolo “La leggendaria storia di Heisenberg” -> spettacolo teatrale, per ospitarlo chiedi a Teatro Pubblico Ligure che lo produce o a me: gabriella.greison@gmail.com
  • Podcast “Il cantico dei quanti” -> clicca per ascoltarlo su Audible (è sulla fisica quantistica)
  • Saggio “Sei donne che hanno cambiato il mondo” -> per leggerlo clicca qui (è sulle donne della scienza)
  • Monologo “Sei donne che hanno cambiato il mondo” -> per averlo scrivimi gabrilla.greison@gmail.com
  • Saggio “Einstein forever” -> clicca qui per leggerlo (oltre che fisica quantistica, qui racconto anche la relatività)
  • Monologo “Einstein forever” -> monologo teatrale, per ospitarlo chiedi preventivo a gabriella.greison@gmail.com
  • Programma tv “Il favoloso mondo della fisica quantistica” -> clicca per guardarlo su Mediaset (è sulla fisica quantistica)
  • Romanzo “Einstein e io” -> per leggerlo clicca qui (è sulla prima moglie di Einstein, fisica, madre dei suoi figli)
  • Spettacolo “Einstein & me” -> per averlo scrivimi gabriella.greison@gmail.com
  • Romanzo “Ucciderò il gatto di Schroedinger” -> Clicca qui per leggerlo (è sulla fisica quantistica)
  • Spettacolo “Ucciderò il gatto di Schroedinger” -> per ospitarlo chiedi a Imarts che lo produce o a me, gabriella.greison@gmail.com
  • Qui il video in cui parlo del machine learning -> clicca.
  • Programma tv “La teoria di tutte” -> per Sky (è sulle donne della scienza)
  • Libro “Guida quantistica per anticonformisti” -> per leggerlo clicca qui (è sulla fisica quantistica)
  • Serie web “Jukebox della fisica – risposte scientifiche alle domande delle canzoni” -> sui miei social (Instagram, Tiktok, Youtube)
  • Libro  “Ogni cosa è collegata” -> per leggerlo clicca qui (è sulla fisica quantistica)
  • Spettacolo “ENTANGLED – Ogni cosa è collegata” -> per ospitarlo chiedi a Teatro Menotti che lo produce o a me: gabriella.greison@gmail.com

Non state dove o con chi non vi fa fiorire.

gabriella

 

 

 

 

 

 

 

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