Ecco il mio racconto fatto in Emilia Romagna…a sostegno del periodo difficile che sta vivendo questa regione…
Ciao amici…sono stata invitata dal CNA Emilia Romagna, in. occasione della loro giornata di inaugurazione, per fare un speech motivazionale per sensibilizzare sui temi più cari a loro, partendo dal dramma dell’alluvione, per passare dal tema della sostenibilità a quella dell’importanza delle medie e piccole imprese per il nostro paese.
Vi allego qui il discorso…e noi ci vediamo quando torno dall’America!
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Ecco il racconto… (lo trovate anche sotto forma di video sui miei social!)
Sta nascendo un portone. Una costruzione immensa. Ci hanno lavorato in tanti. Io che ho seguito i lavori posso testimoniarvi che l’emozione per essere arrivati alla fine è tanta. Siamo nel cuore dell’Emilia Romagna. Proprio tra queste strade, dove si respira arte e cultura. L’imponente portone è qualcosa che non è mai visto prima, una costruzione che sfida il tempo e l’immaginazione. Un monumento all’unione di menti creative, un’opera che vanta la partecipazione di tante anime vibranti, provenienti da ogni angolo della cultura.
Scultori e poeti si sono lasciati ispirare da questa maestosa struttura, trasformando le loro visioni in affreschi vividi e versi incantati. Gli artisti hanno preso parte alla costruzione portando la loro arte e mettendola al servizio della comunità. Gli ingegneri e gli architetti hanno donato la loro genialità, modellando il metallo e il cemento in forme mai viste prima, e dando vita a qualcosa che sta per lasciare tutti a bocca aperta.
Fisici e letterati si sono uniti in un abbraccio di scoperta, tessendo il filo dell’intelletto e dell’immaginazione per creare un connubio unico di scienza e scrittura, di tecnologia e parole importanti. E, come tessere di un intricato mosaico, i politici e i cantanti hanno donato il loro carisma e la loro voce, spingendo in avanti il coraggio e l’entusiasmo di tutti per riuscire a portare a termine questa grande impresa.
Questa prodigiosa costruzione è pronta, sta per essere inaugurata, è importante perché è nata grazie al contributo di tutti e ad un’azione concrea di ciascuno di noi.
Ora la potete vedere anche voi. Ce l’avete davanti. La costruzione è il nuovo portone che si spalanca sull’Emilia Romagna e si chiama futuro, un futuro fatto di luce, speranza e nuovi progetti.
La sua importanza simbolica è il punto di accesso al cambiamento e alla possibilità di aprirsi a nuove generazioni di innovatori e innovatrici.
Il cuore di tutto sono le piccole e medie imprese, che sono la colonna portante del nostro paese. Per questo bisogna simbolicamente (e no) tirarci su le maniche e salvare il know how, la fantasia, la destrezza e la caparbietà dei piccoli e medi imprenditori con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, finanziamenti, accesso al credito, detassazioni e assunzioni agevolate, per dare forza e struttura alla colonna portante di questa nuova costruzione.
Ma vi dico di più, tutto questo è stato fatto seguendo una facilissima regola: il rispetto dell’ambiente. Qualcosa che sembra impossibile da attuare, visti i tanti scempi che hanno portato poi al disastro a cui abbiamo assistito, e di cui molti di noi di questa sala sono state anche vittime o hanno avuto amici o parenti coinvolti. Il rispetto dell’ambiente deve essere ormai una delle prime voci nello sviluppo di qualsiasi progetto. E in questo, dove hanno lavorato artisti, poeti, letterati, fisici, tutti ragazzi giovani, la regola è stata rispettata. Apro una parentesi: i giovani sono il cardine del portone, sono quelli che hanno permesso tutto, sono quelli che capiscono tutto prima degli adulti. Li sentite quando parlando di ambiente, o quando parlano di cambiamento climatici, ne sanno più i tutti. Sono loro che vanno a casa a spiegano ai genitori. Sono loro che raccontano tante cose, anche la diversità, anche la fisica quantistica, e lo dico da fisica quantistica.
Vi racconto una storia.
Nel 1938 la partenza di Enrico Fermi dall’Italia determina lo scioglimento del leggendario gruppo dei ‘Ragazzi di via Panisperna’. A La Sapienza di Roma rimangono Edoardo Amaldi e tre studenti universitari: Ettore Pancini, Oreste Piccioni e Marcello Conversi, che presto verranno ricordati da tutti come ‘i ragazzi di via Giulia’.
Nel 1943 la guerra investe direttamente Roma, soprattutto col violento bombardamento di San Lorenzo il 19 luglio del ‘43, a due passi dall’Università. Si decide allora di mettere immediatamente in salvo l’attrezzatura sperimentale al liceo Virgilio in via Giulia, giudicato più sicuro perché più vicino al Vaticano.
Immaginatevi la scena: tre giovani fisici che trasportano il rivelatore di mesoni caricato su un carretto seguiti da Amaldi in bicicletta, pronto a spiegare a vigili o carabinieri cosa siano gli strani congegni trasportati.
Intanto: lo sbarco degli anglo-americani in Sicilia, la caduta del Fascismo, l’8 settembre, e così via, fino alla fine della guerra.
Nel 1944 Conversi e Piccioni pubblicano la loro “Misura diretta della vita media dei mesoni frenati” scrivendo tra l’altro “La realizzazione degli apparati necessari all’esecuzione della presente esperienza, fu iniziata nell’autunno del 1941.
Nel lavoro pubblicato c’è un’accurata descrizione dei circa dieci circuiti a valvole sviluppati che dimostra padronanza della tecnica e orgoglio per i risultati raggiunti. Gli allievi sentono di aver eguagliato il maestro.
In seguito Conversi e Piccioni pubblicano un secondo lavoro “Sulla disintegrazione dei mesoni lenti”, basato sullo stesso dispositivo.
Il muone, una copia solo più pesante dell’elettrone, è la prima particella scoperta oltre la prima famiglia del Modello Standard.
Alla fine del 1946 Marcello Conversi, Ettore Pancini e Oreste Piccioni inviano a Physical Review la lettera “On the Disintegration of Negative Mesons”, pubblicata a febbraio 1947. Enrico Fermi, con altri, mostra prontamente che quel lavoro manda in frantumi l’idea diffusa che il mesone normalmente rivelato a basse quote nella radiazione cosmica sia quello predetto da Yukawa quale mediatore della forza scambiata tra i nucleoni di un nucleo. Nel 1946, essi mostrarono che il “mesotrone” che era stato scoperto nel 1937 da Neddermeyer e Anderson e da Street e Stevenson, non era la particella predetta da Yukawa quale mediatrice delle forze nucleari, ma era invece quasi completamente non reattiva dal punto di vista nucleare. Al tempo della scoperta Conversi ha 30 anni, 32 i suoi due compagni d’avventura.
Con la loro ubiquità i muoni cosmici in pratica inaugurano l’entrata in funzione di qualunque dispositivo tracciante di particelle ionizzanti energetiche. Spesso poi le loro tracce rettilinee, raramente disturbate da apprezzabili interazioni con la materia attraversata, permettono anche un semplice controllo degli apparati.
La storia che vi ho raccontato deve servirci a sentirci anche noi “ragazzi di via Giulia”. La storia che vi ho raccontato è una enorme metafora sul lavoro che facciamo ogni giorno per creare un cambiamento, per creare nuove opportunità per la comunità e aprire il portone che dà sul futuro.
Vado in America a fare le ricerche per il mio prossimo libro con Mondadori, che uscirà la prossima stagione. Farò un viaggio entusiasmante…di quelli che ho in mente da tanti anni…non vedo l’ora!!!
Nel frattempo…andate a vedervi l’ultima puntata del mio jukebox:
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