L’intervista che mi hanno fatto per una rivista polacca uscita in questi giorni…così Marie Curie potrà leggerla!
Dunque, è successa questa cosa strepitosa: una bravissima giornalista polacca mi ha contattato e mi ha fatto un’intervista sui miei lavori, sulla ricostruzione che sto facendo dei fisici del XX Secolo dal punto di vista umano e romanzato, un’intervista sui miei romanzi e sui miei monologhi a teatro…una bella intervista, bellissima, e ora è uscita sulla rivista patinata, che si chiama Trendy of Art of Living, ed ecco la paginata…peccato sia completamente in polacco. Ma la cosa grande è una sola: adesso Marie Curie potrà leggere tutto quello che sto facendo. Perché sì, io penso una cosa: tutti questi miei lavori, tutto questo correre da una parte all’altra per cercare informazioni, per tradurre documenti, per scovare lettere, per fare interviste sui fisici del XX Secolo nella mia personalissima ricostruzione dei loro anni che ha portato alla nascita del nostro mondo, questo mio continuo nominarli, citarli, averli vicino, permette a tutti di prendere confidenza con loro, di sentirli non più lontani come ce le facevano sentire lontani i libri di scuola, adesso vivono, adesso sono con noi, e loro – di conseguenza – mi proteggono, mi danno energia. E così, visto che Marie Curie è uno dei miei pilastri indiscussi, adesso anche lei può leggere (in polacco) tutto quello che sto facendo, e lo trovo bellissimo…
Ps: a settembre esce il mio nuovo lavoro interamente su Albert Einstein negli anni in cui è diventato Albert Einstein, il suo periodo in Europa, prima di partire per Princeton, anni incredibili, anni in cui aveva di fianco una donna, una fisica, che ha fatto il suo stesso percorso (all’inizio), dopo le mie ricerche a Berna e Zurigo, finalmente escono il mio romanzo “EINSTEIN E IO” (edito da Salani) il 20 settembre 2018, clicca e debutto con l’anteprima di “EINSTEIN & ME” alla Sala Umberto di Roma il 23 settembre 2018, (clicca qui per i biglietti) questo spettacolo sarà libero di girare nei teatri già da ottobre 2018 (per averlo o per info scrivete a officinedelteatroitaliano@gmail.com e anche a me in cc gabriella@greisonanatomy.com …ed è bellissimo!).
Ecco la pagina sulla rivista polacca…
Ed ecco la traduzione:
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Negli ultimi anni ha conquistato tanti italiani con il libro “L’incredibile cena dei fisici quantistici” (25mila copie vendute) e anche con uno spettacolo teatrale “1927. Monologo quantistico” (in tour nei teatri da due anni e non si ferma mai). Quando è nato in Lei questo bisogno di raccontare la scienza, soprattutto la fisica, a chi non è del campo?
Questa esigenza di raccontare la fisica a tutti mi è nata quando mi sono resa conto che era veramente possibile farlo. In Italia, da fisica, fino a pochi anni fa, dovevo parlare come i fisici, e la comunità scientifica era molto scettica nei confronti della divulgazione alla grande massa con parole semplici, se lo facevi venivi inseguito sui social network o nel web con correzioni e con appunti, cosa che che ai divulgatori non è mai capitato. In America e in Francia invece le cose sono iniziate a cambiare da una decina di anni, e da noi di conseguenza il linguaggio dei fisici doveva cambiare. Da loro serie tv e film con fisici e scienziati che contribuivano alla sceneggiatura hanno reso l’idea del cambiamento, da noi io mi sono rimboccata le maniche, avendo già tutto, e ho iniziato a creare qualcosa che non esisteva. In televisione ho creato ‘Pillole di Fisica’ un format nuovo, di 5 minuti, in cui racconto in mezzo alla strada di fatti e personaggi della fisica in modo che fosse alla portata di tutti. In libreria sono uscita con ‘L’incredibile cena dei fisici quantistici’ (edito da Salani) e il grande successo del libro è stato immediato. Ma la cosa bella è che racconto la verità, da fisica, non ho bisogno di imparare concetti o capire nuove cose, io racconto esattamente come sono io, e attribuisco ai vari fisici le loro caratteristiche che le persone che leggono possono comprendere facilmente. Le ricerche sono durate anni, ma alla fine ce l’ho fatta.
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Riportare in vita la cena dell’anno 1927 in Bruxelles dei più grandi cervelli della storia in forma di un romanzo è stato davvero rivoluzionario. Quali scoperte sulle vite personali delle star di fisica Le hanno sorpreso? Chi tra questi 29 invitati da Alfred Nobel al Salon de la Taverne Royale Le è più simpatico?
Mi sono voluti due anni di anni di ricerche per creare questo libro sulla cena dei fisici, perché è un romanzo ricco di dettagli, di avvenimenti storici, di connotazioni caratteriali importanti che fa capire a tutti di cosa stiamo parlando. Ad ogni personaggio reale ho attribuito delle caratteristiche umane, con vezzi, paure, ansie e tic, e questo ce li rende molto umani ed è facile immedesimarci. Non mi ha sorpreso studiare le loro vite perché è come se li conoscessi da una vita, quella foto che li ritrae tutti in posa la conosco da quando ero piccola, e quindi loro sono i miei amici immaginari. Poi certo sapere che certe caratteristiche erano come me li ero immaginati è stata una formidabile scoperta. Il mio preferito è Einstein che prende in giro tutti con il suo modo di fare così giocoso, infatti il mio prossimo romanzo e prossimo monologo teatrale sono dedicati a lui, ma mi piace anche Paul Dirac sempre così silenzioso, e pure Erwin Schrodinger così anticonformista e alla mano. E poi certo Marie Curie, l’unica donna, la grande scienziata: la chiamava così Einstein.
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Lo ripete sempre nelle interviste che la famosa foto della cena di grandi fisici l’ha segnata, l’ha seguita tutta la vita. Grazie a questa foto è diventata fisica?
Stavo già facendo Fisica quando vedevo questa foto appesa all’università. Questa foto è stata un’ossessione perché me la ritrovavo davanti nei momenti più difficili della mia vita, quando facevo gli esami, quando li passavo o quando no, loro erano lì, inamovibili, belli, pensavo a loro nelle mie condizioni, pensavo che anche loro fallivano, si rialzavano, andavano avanti, e così andavo avanti anch’io. E’ grazie a loro se mi sono laureata certo.
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Ha detto per Focus Italia che Maria Sklodowska-Curie (l’anno scorso sono passati 10 anni dalla sua nascita) era l’unica donna in cui ci si può specchiare. Quali analogie ci sono tra le vostre vite? Perché l’ammira così tanto?
Marie Curie ha fatto prima di noi tutte le battaglie a cui noi siamo chiamate nella nostra vita. Lei è stata la prima donna a fare tutto. Ed è stata una donna molto fragile, con mille paure, questo mi piace di lei. Non le è importato mostrare le sue paure, e specchiandomi nelle sue di paure è come se vedessi le mie.
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A proposito di donne, nel mondo della scienza non ce ne sono tante. Sa spiegare perché? Lei però alcune di loro racconta, ricorda nel libro “Sei donne che hanno cambiato il mondo”. Come queste sei donne hanno cambiato il mondo?
Queste donne che racconto sono state delle eroine dei nostri tempi. E’ grazie a loro se viviamo il mondo che viviamo. Senza di loro non saremmo gli stessi. Ognuna in un modo diverso ha contribuito al cambiamento e al miglioramento del nostro universo. Sta a noi portare avanti il testimone oggi.
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Come esperto partecipa spesso in così detti TED. Si ricorda la sua prima conferenza? Che argomenti tratta? Non ha paura delle esibizioni al pubblico?
La mia prima conferenza è stata a Parigi, e dovevo parlare di plasma, il quarto stato della materia. Me la ricordo ancora. Avevo tante diapositive e mi tremavano le gambe: cercavo di mostrare più diapositive possibile per distrarre tutti da quello che dicevo, avevo il terrore di sbagliare. Me la sono cavata alla grande, anche perché in Francia gli italiani che parlano in pubblico hanno uno charm riconoscibile a pochi. E ho fatto ridere con tante battute. Lì, quel giorno, ho pensato: se non ho un futuro come fisica ce l’avrò sicuramente come comica nei cabaret.
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Siamo in era di fisica quantistica, è tutto quello che ci circonda. Che sarà dopo? In che direzione va in questo momento la fisica? Cosa si cerca da scoprire o dimostrare?
La fisica prosegue in tante direzioni, mi piace leggere, studiare, seguire ogni evoluzione degli studi sulla fisica perché abbracciano tanti campi e argomenti. Sulla fisica quantistica sono stati stanziati tantissimi soldi per la ricerca a Copenaghen, e lì è il cuore pulsante di questa disciplina. Quando ci sono stata per le mie ricerche ho trovato un mondo bellissimo…
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Prima di scrivere un libro si prepara scrupolosamente, viaggia, indaga al posto. Per scrivere “L’incredibile cena…” è andata in Belgium, e per terminare “Hotel Copenhagen”, come dice il titolo, in Danimarca. Quando uscirà e di che tratterà il suo nuovo romanzo?
Sì, le mie ricerche a Copenaghen hanno portato alla nascita di questo nuovo romanzo ‘Hotel Copenaghen’ (edito da Salani) nel marzo 2018. Racconto della scuola di Niels Bohr come luogo di incontri dove avvenivano le discussioni, le litigate, le chiacchiere più interessanti del XX Secolo. Era un posto dove se volevi fare qualcosa potevi andare lì e c’era uno (Niels Bohr) che te le faceva fare. Tanti premi Nobel sono usciti da quella scuola. Aveva un fascino quel luogo come pochi al mondo. Einstein, Heisenberg, Schroedinger, Pauli, Dirac…tutti da lì sono passati. Il prossimo si chiama “Einstein e io”, edito da Salani, esce il 20 settembre 2018, si può già ordinare in libreria è qui: clicca. E il 24 settembre debutta il mio nuovo monologo “Einstein & me” alla Sala Umberto di Roma (clicca qui per i biglietti) è strepitoso!
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Lei non è solo fisica, scrittrice e attrice ma anche giornalista. Per chi ha scritto? Che tipo di servizi ha svolto?
Negli anni in cui ho fatto la giornalista ho scritto reportage, ho fatto viaggi per raccontare nuove realtà, per allargare la mente e la visione del mondo. Ho scritto per Vanity Fair, per il Fatto Quotidiano, per il Manifesto, per il Riformista, per Sport Week, per GQ, per chiunque…e poi per la Rai, sia radio che tv,, per Sky, insomma non mi fermo un attimo. Ogni storia che raccontavo, non importa l’argomento, era una esplorazione, uno stupirmi.
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Abbiamo già sfiorato il tema del teatro, ma vorrei approfondirlo. Lei fa il teatro di narrazione. Dove l’ha studiato o è il talento naturale?
Ho studiato tanto per avere una parlata sul palco come quella che ho adesso, non mi sono mai accontentata di una bella presenza e del contenuto della storia che racconto. Ci vuole uno stile, mi sono sempre detta. E così ho creato un modo di parlare che non c’era, e adesso c’è. Funziona! Ho avuto tanti maestri, da ognuno ho preso qualcosa. Poi sì certo i fisici hanno un talento particolare nel saper tenere la scena…
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Nella pubblicazione “La guerra nel pallone”, ispirata al libro di Kapuscinski, “La prima guerra del football”, racconta la complicata situazione palestinese. Il calcio e la politica le sono vicini? E’ stata in Palestina? Come giudica l’ultima ingerenza l’Usa su quel territorio, ovviamente intendo annuncio di Trump che Gerusalemme è la capitale d’Israele?
Sì, sono stata in Palestina, ho vissuto con i palestinesi, e ho seguito in particolare una squadra di calcio, quella della città di Hebron. Il racconto che ne è nato è un reportage in stile Kapuscinski, avevo voglia di scriverne uno anch’io, e l’ho fatto. La mia curiosità non ha confini, è questo che mi spinge a fare tutto.
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Secondo Lei, dove i futuri scienziati, incluso fisici, hanno più possibilità per studiare e crescere? Lei supporta dei nuovi talenti?
All’estero! Certo che devono partire, fare esperienze fuori, immagazzinare tutto quello che possono e poi tornare in Italia e creare qui qualcosa che non c’è. Esattamente come ho fatto io. Io ho vissuto due anni a Parigi e lavorato all’Ecole Polycechnique e poi ho viaggiato e sono stata in tutti i centri di ricerca più importanti. Poi sono tornata e ho affrontato il mio paese. Io sostengo le nuove leve con il mio Festival della Fisica, è una novità assoluta, non esisteva prima. La prima edizione l’ho fatta a Milano, a marzo 2018, la seconda a Roma, a maggio 2018, e ora aspetto conferme per portare la terza edizione in un altra città… l’idea è portare a teatro altri fisici che raccontino la fisica…più siamo meglio è!
Ecco il calendario della stagione 2018/2019 dove trovarmi in giro per l’Italia: clicca qui.
Ecco qualche cosa selezionata dalla rassegna stampa così gustosa di questi ultimi mesi (comunque, scorrendo il mio sito si trova tutto, oppure dalla mia pagina wikipedia si accede a tutti i link anche).
Questo è il link alla pagina sul Foglio dedicata a me, clicca qui.
Questo il link all’intervista su Huffington Post, quando mi hanno definito la donna della fisica divulgativa in Italia, clicca qui.
Questa la pagina enorme sul Secolo XIX, quando avevo lo spettacolo a Genova, clicca qui.
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